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L'assalto al Congresso va in tv, così La Russa asfalta Friedman

Arnaldo Magro
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Ovviamente in televisione non vi è programma, che non commenti quanto accaduto al congresso statunitense. L’originalità negli autori è merce rara dunque il titolo è sempre lo stesso a prescindere dalla rete: «Attacco alla democrazia». Prendete Antonio Caprarica che comincia il collegamento con tono paternalistico. «La libertà non è scontata, ricordiamocelo», è un avviso dice: «Chi non rispetta la democrazia fomenta questa immagini», chiudendo il pensiero con un «è stato un Colpa di Stato». A queste parole si accoda subito Stefano Zurlo e siccome, di America ci interessa francamente poco o nulla, con tutti i problemi che abbiamo da noi, ci va giù leggero: «Questo è un messaggio a tutti i sovranisti d’Italia». Non una parola sulla scarsità degli agenti che presidiavano il Congresso o di quelli che facevano selfie con i manifestanti, non una parola sui morti, non una sola riflessione. Nessuna riflessione sui profili social oscurati di punto in bianco. Ma si dibatte di democrazia in tono aulico. Neanche il perché debba essere un messaggio per i sovranisti, ci è dato sapere, né perché ci si diverta tanto a disprezzare coloro che in Italia votano per il centrodestra La questione serve solo a screditare chi in Italia non vota democratico. A «Stasera Italia», Maria Giovanna Maglie non prende benissimo il fatto di essere invitata e parlare poco. Il giorno dopo va su La7 ringraziando la conduttrice. Ma c’è un volto che se si parla di Usa, non può mancare, Alan Friedman. Un po’ come il cacio sui maccheroni. È il suo momento di rivincita e ci va giù cauto: «Questo è il prototipo di chi vota Trump ma soprattutto, Trump è un cancro da estirpare che fomenta l’odio». Parole distese che tendono alla riflessione. A chiudere questo spazio di tv democratico ci pensa La Russa: «Lo dica in America che Trump è un cancro. In America non lo ascolta nessuno Friedman, solo noi in Italia lo ascoltiamo».
 

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