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Il Recovery c'è, l'accordo no

Filippo Caleri
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Dopo una lunga attesa, la bozza del Recovery Plan, ritarato per provare a ricostruire la maggioranza sfibrata dal braccio di ferro tra Conte e Renzi sull’uso delle risorse europee, ha preso luce. E la ricerca di un compromesso per andare incontro alle istanze di Italia Viva si vede. Tra le richieste del partito renziano, c’era infatti quella di aumentare le risorse per la sanità. E così è stato. Ecco cosa è cambiato 
SANITA'
Sul punto, il nuovo testo, o meglio la tabella riassuntiva con cifre e interventi, sembra aver recepito l’indicazione. La somma a disposizione lievita da 9 a 19,72 miliardi. La componente «Assistenza di prossimità e telemedicina», incrementata di quasi tre miliardi, è finalizzata a potenziare e riorientare il Servizi sanitario verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria. Lo stanziamento totale per questo capitolo è di 7,5 miliardi ai quali si aggiungono 400 milioni di ReactEu. La seconda parte e cioè l’innovazione dell’assistenza sanitaria promuove la diffusione di strumenti e attività di telemedicina, rafforza i sistemi informativi sanitari e gli strumenti digitali. I soldi a disposizione sono 10,5 miliardi a cui si aggiungono 1,3 miliardi di ReactEu. 
GIOVANI, DONNE, SUD
Nel piano non si parla di progetti ad hoc ma di materie che tagliano trasversalmente tutti gli interventi. Al Sud, per esempio, si stima che vadano il 50% dei maggiori investimenti ipotizzati. Ogni intervento dovrà enucleare gli obiettivi da conseguire su queste priorità. Nella riforma della Pubblica amministrazione ad esempio dovranno essere previsti criteri di parità di genere nell’accesso a posizioni dirigenziali ma anche valorizzazione di giovani nei nuovi progetti. 
DIGITALIZZAZIONE 
È una delle parti più importanti del programma. Le risorse rimangono le stesse della prima stesura, ma scendono a 18,8 miliardi le risorse per la transizione 4.0. Sono invece previsti 4,2 miliardi per banda larga e il 5g. Più che raddoppiati, dai 3,5 miliardi iniziali agli 8 ora ipotizzati, i fondi per il turismo e la cultura. In particolare 3,4 miliardi andranno ai siti minori e periferie. 
RIVOLUZIONE VERDE
Si assottiglia la dote per la transizione ecologica che potrà contare su 68,94 miliardi rispetto ai 74,3 miliardi iniziali. Il capitolo rimane quello di maggior peso. Ben 30,72 miliardi sono destinati alla riqualificazione energetica degli edifici. 
INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA'
Lo stanziamento è stato incrementato. E passa da 27,7 a quasi 32 miliardi. A essere investite da una gran massa di risorse sono le ferrovie. Per aumentare l’Alta Velocità ci sono 26,7 miliardi ai quali si aggiungono 1,6 miliardi per la messa in sicurezza di strade, viadotti e ponti. Meno di 4 miliardi vanno alla logistica con la gran parte (3,68) destinati ai porti italiani. 
ISTRUZIONE E RICERCA
Il capitolo contiene 16,72 miliardi per il potenziamento della didattica e il diritto allo studio. Nella scuola è stato inserito un miliardo per il tempo pieno nelle scuole e si investirà per cablare le strutture. Nello stessa posta ci sono 11,19 miliardi a disposizione del sostegno all’innovazione delle piccole e medie imprese e per il trasferimento di tecnologia. 
INCLUSIONE E COESIONE
In tutto la macroarea può contare su 27,62 miliardi. Suddivisi in 12,62 per le politiche attive del lavoro (comprensive della fiscalità di vantaggio per il lavoro al sud e le assunzioni di giovani e donne), 10,83 sono per le infrastrutture sociali come la rigenerazione urbana, e i servizi alle disabilità. Per gli interventi speciali di coesione territoriale come le aree interne e le aree del terremoto gli ultimi 4,17 miliardi di euro. 
SUPERBONUS
Nella bozza è presente anche un primo compromesso sul Superbonus 110%, uno dei punti irrinunciabili per il M5S, che ne chiedeva l’estensione fino al 2023 e non solo al prossimo anno, come in origine. 
Se il Cdm darà il via libera al testo, il beneficio resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022 per il completamento dei lavori nei condomini, mentre per gli Iacp e gli interventi di messa in sicurezza antisismica la scadenza è fissata al 31/12 del 2022. 
GOVERNANCE
Confermata la rinuncia alla governance monstre da circa 300 persone, con vertice piramidale affidato al premier con ministro dell’Economia e dello Sviluppo economico al suo fianco. 
Su questa bozza dovrà lavorare il Cdm, previsto nelle prossime ore se da Iv arriverà un’apertura alla discussione. 
Ma resta sullo sfondo una difficile mediazione politica da portare avanti, con i renziani indispettiti dagli incontri avuti dai ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e degli Affari europei, Enzo Amendola, con Pd, M5S e Leu senza esserne avvisati. Insomma il piano c’è l’accordo ancora no.
 

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