il viceministro
Sileri a Domenica In: "Probabile che il vaccino andrà ripetuto nel 2022"
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ospite di “Domenica In”, il talk festivo di RaiUno in onda domenica 3 gennaio, risponde a tutte le domande sul vaccino contro il Covid-19: “E’ giusto, doveroso e sicuro farlo”.
Mara Venier ha intervistato il Viceministro della Salute, Paolo Sileri, sulla campagna vaccinale contro il Coronavirus: domande semplici ma pratiche. “Il vaccino arriverà in dosi scaglionate. Siamo partiti con Pfizer perché è stato approvato dall’ente regolatore europeo, poi aspettiamo Moderna, AstraZeneca e gli altri vaccini. Quando saranno tutti approvati basteranno a vaccinare tutta la popolazione italiana” ha dichiarato Sileri aggiungendo: “Nell’arco del primo semestre tutte le ditte saranno disponibili e la vaccinazione andrà avanti per tutto il 2021. Chi deve essere protetto fin da subito? Tutti gli operatori sanitari, gli anziani perché se si ammalano vanno più facilmente incontro a complicanze gravi e morte e a seguire il resto della popolazione”.
Mara Venier ha chiesto: “Come sarà chiamato il cittadino alla vaccinazione?” e Sileri: “Questa è la seconda fase quando il vaccino sarà disponibile per tutti. Ci sarà una rete territoriale, una rete ospedaliera e saranno coinvolti i medici di medicina generale e i pediatri. A oggi, il vaccino viene fatto a chi ha oltre 16 anni di età ed è prevalentemente indicato per gli anziani. Sarà creata una lista con le priorità: da chi ha comorbidità a chi è a rischio. La vaccinazione è doppia. Si parte con una prima dose e un richiamo ravvicinato. Questa metodica vale per tutti i tipi di vaccino, non solo per il Pfizer: una dose, dopo 21 giorni la seconda”.
Leggi anche: Adriano Celentano chiama Domenica In: io e Claudia chiusi in casa da un anno... Il vaccino? Lo faremo
Sul nodo della conservazione in celle frigorifere industriali: “Tranne Pfizer che è a -75° e Moderna che è a -20°, gli altri vaccini sono sovrapponibili a quelli antiinfluenzale, cioè basta la temperatura di un frigorifero normale. Per le dosi dobbiamo aspettare la certificazione dell’ente regolatorio dopo che ha valutato i dati. Chiaramente un vaccino a -75° significa che devi tirare fuori la scatola e vaccinare subito, uno che si conserva tre 0 e 4° può essere fatto ovunque. Anche all’interno delle farmacie, ma lo inoculerà sempre un medico. Ad esempio anche gli odontoiatri si sono offerti per la vaccinazione attiva”.
Sulle reazioni allergiche, il dottor Sileri è lapidario: “Francamente le reazioni sono state minori, un po’ di dolore in sede o malessere generale per un giorno. Sono le stesse complicanze di altri vaccini”. Sileri spazza via anche le polemiche sui presunti ritardi: “Aspettiamo i prossimi giorni, i dati completi devono ancora essere registrati. Dobbiamo aspettare una settimana e vedere i dati dopo l’Epifania. L’importante è consumare le dosi che ci arrivano. Se ce ne arrivano 450.000 vanno fatte tutte. Dopo una settimana o al massimo 14 giorni dalla seconda dose si è immuni. Ricordate che non viene iniettato il virus, ma un mRNA, una molecola, dunque non si può prendere il Covid se ti fai il vaccino. Lo prendi, come è successo a un medico, se nell’attesa dei 7 giorni dalla seconda dose ti contagi perché non hai ancora sviluppato gli anticorpi”.
Alla domanda sulla mascherina e sulla possibilità di trasmissibilità del Covid dopo il vaccino, il Viceministro afferma: “Il vaccino protegge dalla malattia e dai sintomi gravi del virus, è meno chiaro se protegge dalla trasmissibilità. Questo non è chiaro, più no che si, lo scopriremo col tempo, ma poco importa se tutta la popolazione si vaccina. Lo scopo è raggiungere l’immunità di gregge, cioè impedire al virus di trovare ospiti in cui replicarsi. Ma la domanda più importante è: devo rifare il vaccino nel 2022 se il Covid continua a circolare? E’ probabile di sì, è probabile che sia necessario fare dei richiami nel tempo, lo scopriremo in itinere. Mascherina e distanziamento vanno continuati”. Infine Sileri manda un messaggio agli scettici: “Non escludo l’obbligatorietà, ma al momento non è necessaria, visto anche che le dosi sono limitate: se non lo fa il soggetto X, lo farà Y. Se poi la campagna di vaccinazione non va avanti e i numeri sono troppo bassi, qualcosa dovrà essere fatto. Nel caso di un medico che rifiuta il vaccino, dico solo che ha sbagliato lavoro. Un medico no vax non esiste. Gli scettici? Con loro cercheremo di essere chiari e spiegarci bene, con i no vax e quelli che pensano che si inetti un chip è un altro discorso. Chi si vaccina, lo fa per la comunità”.