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Hasta la siringa siempre. Fermi tutti, arriva il vaccino cubano

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Un vecchio combattente anticomunista potrà rifiutarsi di osservare l’obbligo vaccinale se l’anti Covid dovesse essere cubano? Potremo evitare hasta la siringa inclusi gli effetti collaterali con le sue reazioni politiche decisamente avverse? 

Fermi tutti, siamo arrivati alla celebrazione del vaccino compagnero. Esaltato dai sodali del ministro della salute italiano, Roberto Speranza, quello che un giorno parla del vaccino europeo e il giorno dopo di quello tricolore. Ma gli applausi di partito alla ricerca degli eredi di Fidel Castro forse non se li aspettava nemmeno lui.

È il compagno Erasmo Palazzotto a spingerci fino all’Avana. Giurando su facebook che entro la metà del 2021 Cuba avrà il suo vaccino, pubblico e gratuito, che potrà essere esportato, liberamente, in molti paesi in via di sviluppo che ne faranno richiesta.

E magari, se il compagno Speranza dovesse rendere obbligatoria la vaccinazione, ci toccherà pure fare le primarie su quello più gradito al braccio sinistro del glorioso popolo italiano.

Non conta più la scienza, ma chi lo produce. E ci chiediamo se tra cubani, russi, americani, europei si scatenerà una specie di bancomat del vaccino preferito per scampare il Covid.

Per carità, nulla di ostile politicamente verso la repubblica socialista del vaccino. Ma ci poniamo qualche domanda di fronte a tanto entusiasmo. Finora, di fronte alla velocità di produzione dei vaccini più noti, ci era stato risposto che gli ingenti investimenti finanziari pubblici avevano favorito la corsa alla sperimentazione e poi all’autorizzazione.

Non sapevamo che altrettanto si stesse facendo col piccolo paese americano. Che ci si è sempre raccontato come in perenne crisi economica a causa dell’«aggressione americana». Ora, il miracolo, che neppure dovrebbe essere di casa da quelle parti.

Ma il compagno Palazzotto esulta e agita il pugno chiuso per festeggiare la conquista della sanità operaia. Chissà se 
a L’Avana si potrà professare la fede negazionista e rifiutare di farsi iniettare il prezioso medicinale nel braccio. 

Siccome temiamo ciò che non conosciamo, rischiamo di apparire pericolosi anche noi se ci chiediamo di che roba si tratta. Perché la catena Palazzotto-Speranza-Arcuri rischia di portarci – in caso di ulteriori ritardi - anche il cubano in vena e vorremmo avere qualche sicurezza in più, tutto qui, tranquilli.

C’è da dire che ci lavora anche un ricercatore italiano - «il mio amico e compagno Fabrizio Chiodo», spiega Palazzotto – che sarà sicuramente bravissimo nel suo mestiere. Ma è difficile sostenere che già questo sia un requisito sufficiente alla bontà della ricerca. Il deputato di Leu annuncia che a giugno 2021 sarà pronto anche il vaccino cubano che sarà appunto a disposizione gratuita di chi lo chiederà.

Sia Speranza a dire al suo compagno di non alimentare la confusione. Perché la lotta al Covid non può essere fatta a colpi di propaganda.
 

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