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Meloni all'attacco: il voto è la strada maestra, mandiamo a casa il governo

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Non è "affatto vero che non si possa votare", dice In un’intervista al Corriere della Sera la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Ma "non farei mai il ministro in un governo del quale fossero parte organica forze di sinistra, M5S, Pd, Leu, Renzi" anche perché "non ho bisogno di fare il ministro per dare una mano all’Italia". La riprova? "Lo abbiamo già dimostrato in passato, votando ad esempio i decreti sicurezza o il taglio dei parlamentari", dice Meloni.

Quanto ad un’ipotesi Draghi a Palazzo Chigi, la leader di FdI non ritiene che "questa ipotesi sia in campo" e in ogni caso dichiara: "trovo inutile mettersi a fare ipotesi di qualunque tipo se non si sa con quale scenario si ha a che fare". "È una discussione lunare", precisa, "e se ci sarà una proposta, la giudicheremo nel merito".

Quel che è certo è che "la nostra stella polare rimane la volontà degli italiani". Dunque il voto, che "per noi rimane la strada naturale, e se anche il resto dell’opposizione è d’accordo, il momento per agire è ora. Tra sei mesi si apre il semestre bianco e diventa impossibile sciogliere le Camere", spiega Meloni. Ma se Mattarella con il discorso di fine anno ha voluto stoppare la crisi, "non sarei d’accordo" taglia corto la leader FdI, perché in tutti i casi "questo governo è del tutto inadeguato a gestire le risorse per l’emergenza".

Meloni pensa allora ad una mozione di sfiducia? "Credo che i miei alleati stiano ancora riflettendo, propongo di farlo insieme", risponde Meloni. Ma "una mozione non rafforza affatto Conte. Anzi, accelera la crisi, se è davvero in atto, perché a noi potrebbero aggiungersi altre forze che si dicono scontente. Ma se invece alla fine la maggioranza, Renzi compreso, tornasse a riunirsi nel nome della distribuzione delle poltrone, metteremo comunque fine alla pagliacciata in atto. La nostra gente ci chiede di mandar via questo governo e di tentare ogni strada possibile". "Proviamoci", sollecita Giorgia Meloni, perché la priorità è "fare del 2021 l’anno della normalità".

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