Per ora non lo escludono. Ecco come ci preparano il vaccino obbligatorio
La De Micheli non lo esclude. Sileri annuncia che se non verranno vaccinati 2 italiani su 3 sarà un'ipotesi percorribile. All'orizzonte si profila, insomma, il vaccino Covid obbligatorio. «Non lo escludo ma in questa fase bisogna informare». Lo ha detto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli sull’obbligatorietà del vaccino Covid ospite di "Oggi è un altro giorno" su Rai Uno. «Questa è una fase importante e delicata - ha aggiunto De Micheli - il governo ha la responsabilità di portare avanti una grande campagna di informazione. I vaccini sono sicuri e ogni cittadino deve avere le risposte ai propri dubbi. Noi abbiamo scelte collettive da prendere e le prenderemo». Negli Stati Uniti, ha ricordato De Micheli, «ci sono stati oltre 2 milioni di persone vaccinate e il numero di chi ha avuto piccolissime reazioni allergiche è minimo».
L’avvio della campagna vaccinale anti-Covid rappresenta «un momento storico», ma la prudenza è d’obbligo «perché abbiamo ancora diversi mesi di convivenza con il virus. Non illudiamoci di uscirne in poche settimane. Per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di un’adesione massiccia al vaccino». Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, in un’intervista a "La Stampa". C’è chi tra medici, infermieri e personale delle Rsa è restio al vaccino. «È anche comprensibile che ci possa essere riluttanza da parte di alcune persone, perché questo è un vaccino nuovo. Ma se a mostrarsi reticente è il personale sanitario, che ha una laurea per capire che i rischi sono quelli di un qualunque altro vaccino, allora a quelle persone dico che hanno sbagliato lavoro. E metterei in dubbio - cosa ancor più grave - la qualità del nostro sistema formativo. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento», sottolinea Sileri. A suo dire, «al momento, non è prevista alcuna obbligatorietà. Se nei prossimi mesi, con più dosi e più vaccini disponibili, la campagna di vaccinazione non dovesse raggiungere i 2/3 della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c’è l’obbligatorietà. Ma non è un problema attuale. E sono fiducioso che un’ampia campagna di educazione sul vaccino migliorerà in modo significativo i risultati».
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, si è vaccinato postando una foto sui social? «Credo nella sua buona fede. Dice una stupidaggine chi sostiene che l’abbia fatto per accaparrarsi una dose di vaccino prima degli altri. Voleva dare l’esempio, ma ha sbagliato a farlo in questo modo, senza concertare l’azione con altri presidenti di Regione o con altre istituzioni. Questo ha dato adito alle critiche. Se tutti i governatori si fossero vaccinati ieri, l’effetto sarebbe stato diverso», aggiunge il viceministro alla Salute. Come si spiega che la Germania abbia ottenuto inizialmente più dosi degli altri Paesi europei? «Va fatta luce, se c’è stato un errore nella distribuzione. Comunque, ci sono delle percentuali settimanali di vaccino destinate a ogni Paese e queste verranno certamente rispettate, al di là delle dosi iniziali con cui si è partiti».
Ad aprile, secondo Sileri, arriveremo a 13 milioni di dosi «se tutto va bene. Devono ancora essere approvati i vaccini e ci sono tempi che si potrebbero allungare. Non mi stupirei se questi calcoli venissero corretti strada facendo». Per quel momento sarà sufficiente il bando con cui si reclutano 15mila tra infermieri e medici? Questa la replica di Sileri: «La carenza di personale si è rivelata uno dei problemi più seri in alcune zone, ma queste nuove risorse sono sufficienti. Poi, quando arriveranno gli altri vaccini, dovremo mettere in campo anche altre figure professionali. In legge di bilancio è previsto un coinvolgimento dei farmacisti, ma anche gli odontoiatri vanno presi in considerazione. È personale sanitario esperto e ha già dato disponibilità a sostenere il piano vaccinale. Sarebbe un aiuto prezioso, vista la diffusione di questi professionisti sul territorio. Anche a loro, ovviamente, dovremmo garantire la vaccinazione».