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Gli italiani hanno rispettato la clausura di Natale. Sia il governo a fare il suo dovere

Francesco Storace
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Non li sopportavamo più gli appelli minacciosi dei ministri di Giuseppe Conte. Ansia ogni giorno dalle televisioni. Fermi tutti, come se fosse una rapina. Gli italiani, per l’ennesima volta, e addirittura nel giorno di Natale, hanno fatto quello che è stato chiesto loro. Anche se di malavoglia, hanno rinunciato ad incontrare i loro cari nella giornata più importante dell’anno da un paio di millenni a questa parte.

I dati sui controlli parlano chiaro. La vigilia di Natale, in particolare, ha visto settantamila uomini sguinzagliati in tutta Italia non a caccia di delinquenti, bensì di cittadini che se ne andavano in giro oppure che ospitavano un commensale in più del consentito. Insomma, in settantamila ne hanno controllati ottantunomila. Non c’era molto da fare in pratica. E appena l’uno per cento si sono fatti pizzicare: 826 persone per l’esattezza sono state multate. Solo sette i denunciati per inosservanza degli ordini di Conte. Ovviamente, le forze dell’ordine sono andate anche per negozi e hanno effettuato quasi quattordicimila verifiche. Le attività chiuse sono state appena 14.

Non c’era bisogno della voce grossa, perché se decine di milioni di italiani avessero fatto quel che erano abituate a fare nei giorni di italiani non li avrebbe potuto frenare nessuno. Adesso sia il governo a fare il suo dovere. Chieda scusa ai cittadini per i sacrifici fatti. E metta a posto anzitutto la scuola, potenziando seriamente i trasporti pubblici e garantendo areazione in classe. E poi, un piano serio di organizzazione per la vaccinazione. Non c’è ancora sicurezza per i cittadini, perché non si sa quando potremo uscire dal tunnel. Certo è che il governo ha seminato solo dubbi tra i cittadini. E magari la smetta anche di insinuare l’obbligo di vaccinazione se non saranno in tanti gli italiani che se lo faranno iniettare. Li dovete convincere, non obbligare. Perché è un popolo di persone e non di pecore al vostro servizio.

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