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Stoccaggio, trasporto e categorie. Ecco chi farà per primo il vaccino

Una corsa contro il tempo. Governo e regioni danno il via libera al piano vaccini contro il covid-19. Si parte con poco meno di 1,9 milioni di dosi (precisamente 1,833.975) che verranno distribuite da Pfizer. Nell’incontro, sulla base dei dati forniti dalla Regioni, è stata decisa anche la loro divisione su base locale. La Lombardia, regione più colpita, riceverà circa 305 mila dosi (304,955), seguono Emilia Romagna (183,138 mila), e Lazio (179,818 mila). Fanalino di coda la Valle d’Aosta con 3,334 mila. Successivamente, spiegano dall’ufficio del commissario all’emergenza Domenico Arcuri, ci sarà la seconda fornitura garantita da Pfizer di oltre 2,5milioni di dosi che consentiranno nelle settimane successive di somministrare la seconda dose alle categorie prioritarie, e di avviare la vaccinazione della popolazione più fragile. Come ampiamente noto si partirà con operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani. Resta invece da fissare la data della prima vaccinazione sul suolo italiano.

 

  

L’obiettivo è arrivare prima delle fine dell’anno al ’V-Day’ europeo, in cui i primi cittadini verranno vaccinati nello stesso giorno, così come concordato tra i ministri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera. Un gesto simbolico per iniziare poi a pieno regime con l’avvio dell’anno nuovo. Prima però serve l’ok definitivo da parte dell’Ema, che salvo sorprese arriverà nella seduta del 21 dicembre, al quale farà seguito pressochè immediatamente quello dell’Aifa. Intanto dal 16 dicembre medici, infermieri e assistenti sanitari, che vogliono contribuire all’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini, potranno inviare la loro candidatura per via telematica tramite un portale dedicato raggiungibile attraverso il sito di Invitalia. La ’chiamata alle armì è valida per laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli albi professionali, nonché infermieri e assistenti sanitari iscritti ai rispettivi albi professionali. L’avviso è rivolto a cittadini italiani, Ue ed extra Ue e potranno aderire anche i medici in pensione. Nei prossimi mesi insomma ci vorranno ancora cautela e prudenza ma, sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza, «la strada è giusta e finalmente si vede la luce in fondo al tunnel». Il suo consigliere Walter Ricciardi prevede il raggiungimento dell’immunità di gregge «entro la fine del 2021». Dopo le tante discussioni, anche accese, sui dpcm sulla questione vaccinale regioni e governo sembrano almeno al momento parlare la stessa lingua, anche perché tutti sono consapevoli che si giocano la rispettiva credibilità. «La campagna vaccinale è una sfida che vinceremo insieme», dice il ministro Boccia. Fallire sarebbe un peccato mortale.