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Dpcm e spostamenti a Natale, Giuseppe Conte fa dietrofront: modifiche in corso
Il premier Giuseppe Conte alla fine cede sullo spostamento tra i comuni nei giorni delle festività natalizie, ma non aprirà un altro fronte parlamentare. Dopo le pressioni in seno alla maggioranza, con schierati Pd e Italia Viva, a cui poi si è aggiunto il sostegno di M5S, e il pressing di Matteo Salvini - che ne ha fatto una battaglia personale - il presidente del Consiglio, filtra da palazzo Chigi, ha aperto una riflessione sulla possibilità di permettere nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno il ricongiungimento familiare anche tra comuni diversi. Il tema era stato sollevato con insistenza anche dai governatori e dai sindaci di differenti colori politici, aprendo uno scontro durissimo nella riunione tra Stato e Conferenza delle regioni, per poi essere preso in carico dai capigruppo a livello parlamentare, con in testa Andrea Marcucci (Pd), e dai leader a livello più squisitamente politico.
L'avvocato pugliese, trovandosi assediato su più fronti, alla fine è stato costretto a porre la parola 'possibile' alla modifica sulla mobilità tra comuni nei giorni di festa, considerata una delle normi più stringenti per contenere i contagi da Coronavirus. E se modifica sarà, dovrà essere 'celere' e soprattutto 'senza contraccolpi' al governo. L'ipotesi di arrivare infatti al risultato attraverso un percorso parlamentare, viene spiegato, è troppo rischioso vista la presentazione da parte del centrodestra di una mozione d'urgenza per calendarizzare il decreto Natale già la prossima settimana. La riunione della conferenza dei capigruppo in Senato di questa mattina è stata infatti aggiornata, su proposta di Marcucci, per verificare la reale consistenza dell'apertura di Conte e per preparare eventualmente un testo della maggioranza, evitando che nasca tra le mura del Palazzo un asse maggioranza-opposizione, nel quale Conte preferirebbe non essere coinvolto. Quello a cui il Pd richiama, di fatto, è un intervento di buonsenso che potrebbe essere risolto estendendo lo stato di necessità ai ricongiungimenti anche tra comuni diversi con le faq di palazzo Chigi, senza ricorrere a un intervento normativo. Potrebbe infatti essere questa la strada più veloce e meno incidentata a cui il premier sta pensando e lo confermerebbe il vertice, ipotizzato al suo rientro da Bruxelles (dove si trova per il Consiglio europeo) che vedrà riuniti - molto probabilmente in video collegamento - i capigruppo e i capidelegazione della maggioranza.
Anche in questa sede la strada è tutt'altro che in discesa. Se Luigi Di Maio oggi ha rotto gli indugi del Movimento 5Stelle, definendo "assurdo non permettere ai familiari che abitano in piccoli Comuni limitrofi di trascorrere il Natale e il Capodanno insieme", e Teresa Bellanova si è detta compiaciuta "che diversi esponenti politici, anche autorevoli colleghi di governo di partiti diversi dal mio, finalmente danno atto che il divieto di spostamento dal proprio comune a Natale e Capodanno è una misura eccessiva, incomprensibile e ingiusta, specie per chi abita nei comuni più piccoli", resta ancora saldo il fronte dei rigoristi capitanati dai ministri Roberto Speranza (Leu) e Dario Franceschini (Pd), che sul divieto confermano la "massima cautela e prudenza". "Mi piacerebbe dire qui in televisione che è tutto finito, che possiamo tornare alla normalità, ma purtroppo non è così. Oggi sono morte 887 persone, quindi io sono per rimanere su una linea di grande prudenza e rigore", ha gelato il titolare della Salute, che ha mandato anche un messaggio agli alleati in vista di riunioni prossime: "Io ho molto rispetto per il dibattito parlamentare, da qui a Natale ci sono due settimane, ci sarà sicuramente ancora un pezzo di discussione, però per me le norme che sono state approvate dal governo sono giuste, e anzi io mi interrogo ancora su come possiamo limitare ancora gli spostamenti".
Conte sarà ancora costretto a fare sintesi ed evitare la frattura, mentre il leader del Carroccio lo ha punzecchiato, non mostrando di voler mollare la presa. Nel mercoledì forse più caldo per il governo in Senato, a dispetto delle temperature esterne, Salvini ha avvicinato il presidente del Consiglio per chiedere di rivedere le restrizioni e, dopo aver accolto con soddisfazione l'apertura, ha annunciato una telefonata a Conte per tornare a proporre di consentire gli spostamenti all’interno delle Province o in un raggio di poche decine di chilometri dalla residenza. Intanto in Senato non si perde tempo. La presidente Casellati, in attesa della capigruppo di lunedì, ha deciso di accelerare e ha fissato l'approdo in aula della mozione di centrodestra per mercoledì pomeriggio. "Ritengo fondamentale che su un argomento così vitale per le famiglie italiane, anche il Senato si possa esprimere", ha spiegato. Non lasciando sul tema vie di fuga.