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Governo guastafeste, centrodestra in pressing contro il Natale ai domiciliari

Francesco Storace
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È il caso di dire a mani giunte. Il centrodestra ci prova a convincere il governo Conte a modificare almeno la norma più assurda per le prossime festività natalizie. Che tutti individuano sicuramente nel divieto di spostarsi tra Comuni, a partire da quelli più piccoli, nei giorni in cui più si vorrebbe stare con i propri cari.

A quanto ha fatto sapere Matteo Salvini, si sta per assumere una iniziativa parlamentare ad hoc, probabilmente sotto forma di mozione.

 

Dice il segretario della Lega: «Stiamo lavorando sia a livello parlamentare che a livello di Regioni per portare un po’ di buonsenso, non si puniscano gli italiani che abitano in provincia e nei piccoli centri. L’Italia non è solo Roma, Milano e grandi città». Salvini lo scrive su Facebook, dove «posta» un cartello in cui si annuncia proprio una «mozione del centrodestra».

Il documento dovrebbe essere depositato mercoledì al Senato a firma di tutto la coalizione. Nel testo, a quanto si è appreso, si chiede un impegno del governo a intervenire con un nuovo provvedimento che sostituisca il decreto Natale e modifichi le restrizioni che riguardano i piccoli Comuni limitrofi.

 

Sul tema ieri sono intervenuti diversi parlamentari e soprattutto alcuni presidenti di regione, come Toti per la Liguria e Fontana per la Lombardia. Quest’ultimo, in particolare, è stato molto netto: «Credo che il giorno di Natale, con questa norma, si rischi di creare un disastro sociale e umano, perché ci saranno tante persone anziane che non potranno incontrare i propri figli».

 

Parlando a Radio Padania, Attilio Fontana, proprio a proposito del divieto di mobilità tra i Comuni per il 25 dicembre stabilito con l’ultimo dpcm, ha auspicato che il Parlamento «cambi la norma, che non ha minimamente senso, prima di Natale».

Il ragionamento di Fontana calza perfettamente con quello che ha sostenuto il deputato di Forza Italia Antonio Martino, che è intervenuto nella discussione con una nota assolutamente ragionevole: «Come al solito il Governo scrive decreti senza interpellare opposizioni e Regioni. È giusto essere prudenti, in quanto il Covid non è uno scherzo e come abbiamo visto in questi mesi di pandemia non va preso sotto gamba e dobbiamo scongiurare in ogni modo la terza ondata; ma questo decreto limita troppo la libertà degli Italiani. Non ha senso che possa spostarmi per tutto il comune di Roma (1287,36 km²) ma non sia possibile farlo tra piccoli comuni. È necessario correggerlo subito, e dare più libertà ai cittadini che ci hanno dimostrato durante tutta la pandemia di essere responsabili».

Resta da misurare l’ostinazione di Conte e dei suoi ministri più «rigoristi». Finora si è esclusa ogni possibilità di modifica, ma bisognerà vedere fino a che punto saranno capaci di arrivare nella loro resistenza a modifiche di assoluta logicità. Spesso ci sono Comuni, in particolare piccoli, distanziati da un marciapiede, una strada. Qual è il pericolo maggiore nell’attraversamento di cento metri o poco più è davvero di difficile comprensione.

È meglio comunque non nutrire troppe aspettative. Fa bene il centrodestra ad insistere con la sua azione parlamentare, ma a volte sembra di avere di fronte muri insormontabili. Eppure basterebbe poco per evitare di far montare la rabbia tra i cittadini che ormai stanno arrivando all’esasperazione.
 

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