no al mes
Beppe Grillo lancia la patrimoniale ma per gli altri: tassate Chiesa e super ricchi
Beppe Grillo dice no al Mes e sì alla patrimoniale, ma non per i ricchi. Meglio tassare i super-ricchi, quelli con un patrimonio di oltre 50 milioni di euro. E per raggranellare le risorse necessarie ad affrontare la crisi dovuta alla pandemia è necessario far pagare l'Ici e l'Imu alla Chiesa.
Il co-fondatore del Movimento 5 Stelle si mette nei panni del ragioniere, come firma l'articolo, e sul suo blog annuncia che "La Mes è finita". Insomma, revisione a parte, l'Italia non deve chiedere i prestiti del Meccanismo europeo di stabilità per le spese sanitarie, "uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato", scrive il comico che lancia "due proposte assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia) che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno".
La prima è "far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa", come chiesto all'Italia da una sentenza della Corte di giustizia europea. "La Chiesa cattolica è proprietaria di 140 università, 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d’infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di difesa della vita e della famiglia, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori. Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata", riassume Grillo.
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L'altra è "una patrimoniale ai super ricchi". "Da giorni ormai rimbalza sui social come sui giornali l’ombra nefasta dell’avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l’ha definita 'inammissibile' prevedeva un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso", scrive Beppe che lancia la sua, di patrimoniale, che naturalmente non lo colpisce nel portafogli. "E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi? - si chiede retoricamente il comico - Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie. Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori".
Insomma, così lo Stato incassa "almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022". Sommando le tasse arretrate sugli immobili alla Chiesa siamo a "25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro".