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Mes, comitati e patrimoniale, illusioni a danno degli italiani

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Provoco immediatamente: i negazionisti sono più seri di Conte e dei suoi ministri quando togliendosi la maschera mostrano la faccia e vanno incontro alle critiche; il governo no, il governo si nasconde e in modo vigliacco ha bisogno delle mascherine delle task force, dei consulenti, degli esperti.

Dopo le pessime figure in fatto di gestione sanitaria (stasera la puntata di Report si preannuncia molto interessante e sono certo che avremo modo di commentarla nei prossimi giorni), il premier tutto ciuffo e pochette ha riallestito il solito circo Barnum dei manager al fine di coprire le vergogne governative. Ancora in attesa di conoscere che fine hanno fatto le gran chiacchiere degli stati generali di Villa Pamphili (quelli dove c’erano tutti, dalla Von Der Leyen a Paperoga) e i documenti partoriti dalla Commissione Colao Meravigliao, il governo sull’orlo della crisi di nervi ci fa sapere che è pronto un nuovo team di cervelli da impiegare sui grandi progetti destinazione Bruxelles. Una specie di Ciao Darwin versione Palazzo Chigi (del resto tra ministri, vice e sottosegretari i fenomeni abbondano e purtroppo fanno pure ridere).
Inutile dire che, come nei casi precedenti, assisteremo a una girandola di parole a tempo di gerundio, ad annunci e ad impegni evanescenti. La differenza rispetto ai mesi scorsi è che gli italiani non solo non si fidano più del premier «signorino buonasera» ma si stanno incazzando come le formiche nel loro piccolo.

Già, perché gli italiani che il governo non vede sono i piccoli che devono fare i conti con una tredicesima leggera già impegnata in bollette vergognose e affanni causati dalla crisi del Covid (quindi altro che consumi...), sono insomma quel mondo a cui non arrivano i soldi che Conte e soci elargiscono alle banche (per salvare il sistema e i banchieri), ad Alitalia, a Fca e a quelli che producono mascherine in numeri massicci, ad Arcelor Mittal e via di questo passo. Sono quelle formichine imprenditoriali che proprio oggi, fine del mese, devono fare i conti con gli assegni, le cambiali, le ricevute bancarie; problemi che Gualtieri e la commissaria alla stabilità finanziaria la signora McGuinness - una irlandese... un po’ come mettere la volpe a guardia dell’aia - mica possono sapere, impegnati come sono a lavorare sulle trappole del Mes, del Recovery, del Sure e via elencando.

A proposito, nel governo oltre allo spettacolo dei consulenti-manager - tipo le vallette che il prestigiatore sega in due - sono pronti altri immancabili giochi di prestigio come il trucco del Mes vedo-nonvedo e l’ipnosi della patrimoniale. Il trucco del Mes è vecchio come il cucù ma con i grulli(ni) funziona sempre: dopo essersi impegnati a inizio anno ai tavoli finanziari, il duo Conte/Gualtieri nasconderà il Mes sotto un lenzuolo chiamato «riforma» per fingerne la sparizione. Così gli sciocchi penseranno che il Mes non c’è più davvero (ergo voteranno come vuole Bruxelles) e invece è lì sotto, nascosto nella pancia del governo.

Il secondo gioco di prestigio invece ha a che fare con l’ipnosi della patrimoniale. Giucas Fratoianni e Casella Orfini hanno proposto un bell’emendamento per tassare tutti i patrimoni sopra i 500mila euro dello 0,2%, così da colpire una platea enorme di prime abitazioni e di risparmi sui conti corrente. Viene da domandarsi se hanno capito la drammaticità del periodo; secondo me no, altrimenti non avrebbero tirato fuori una proposta fanaticamente europeista e pure idiota. Fanaticamente europeista perché la patrimoniale è ciò che Bruxelles chiede da tempo contro gli italiani, «colpevoli» di avere un risparmio privato e una ricchezza immobiliare senza pari, quindi vanno puniti. Idiota perché in questa fase di profondo stress per l’economia reale, tassare il patrimonio e gli immobili che costituiscono la garanzia dei prestiti è appunto una provocazione. A maggior ragione se pensiamo che le mafie stanno mandando avanti gli usurai per accaparrarsi le imprese. 
 

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