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Morra dice quel che pensa ma non pensa a quel che dice

Francesco Storace
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Giusto dire quello che si pensa, ma a volte è forse bene pensare a quello che si dice. Nicola Morra è nei guai ma non lo capisce. O finge bene. Da una parte insiste con dichiarazioni irresponsabili - «chi mi attacca sta con la mafia» - dall’altra non si rende conto che il Pd lo sta facendo fesso. Lo usa. Nicola Zingaretti e soci pensano a ben altro che difendere un indifendibile.

 

Già, perché la trama che segue alle sue sciagurate dichiarazioni su Jole Santelli è assai prevedibile. L’assist al partito di Zingaretti lo ha fornito la Rai. L’invito negato da Titolo Quinto a nome della direzione generale a quello che è incredibilmente ancora presidente della commissione Antimafia è utilizzato dai maggiorenti del Pd per andare all’assalto di viale Mazzini, sai quanto gliene frega del destino di Morra. Tanto è vero che è il capogruppo dem in antimafia, Mirabelli, a dire che a loro sta a cuore la credibilità della commissione. Che se non è un avviso di sfratto poco ci manca.

 

E questo anche perché il centrodestra non pare intendere di voler mollare la presa. L’affronto alla governatrice scomparsa pochissimo tempo fa è enorme. Grave l’atteggiamento nei confronti degli elettori calabresi. Inaccettabile l’epiteto pronunciato all’indirizzo dei malati di cancro, trattati come se non potessero fare nulla nella loro vita.
Se Nicola Morra non se ne va, dicono all’unisono Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, «in commissione non veniamo più». Con una sostanziale delegittimazione dell’organo parlamentare, assolutamente giustificata dalle esibizioni sguaiate del suo presidente, che neppure all’«alleato» Pd può sfuggire.

Tanto più che sul tema della dignità delle istituzioni si è pronunciata con parole molto nette anche la presidente del senato, Elisabetta Casellati. Solo il presidente della Camera, Roberto Fico, tace e questo per non beccarsi l’accusa di tradimento dai Cinque stelle. Ma fino a quando può stare zitta una delle più alte cariche dello Stato?

Morra finiscila dovrebbe essere il monito del suo Movimento. Ma c’è chi non vuole sentire ragioni e la butta in caciara. Gli stessi pentastellati appaiono abbastanza divisi al loro interno mentre c’è un’altra presidente di commissione, Carla Ruocco, che si manifesta con toni e contenuti ridicoli a difesa di Morra.

Per il presidente dell’Antimafia si prospetta anche un appuntamento in tribunale: Matteo Salvini ha deciso di querelarlo «a nome di milioni di italiani». Ed è evidente che l’indignazione è corale. Jole Santelli non meritava le offese che gli ha rovesciato addosso questo personaggio pescato in chissà quale osteria. 
 

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