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Natale senza cenone? Meglio senza Conte

Francesco Storace
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A Palazzo Chigi impera il terzo Papa, con i suoi comandamenti spirituali che ci impegnano a vivere in riflessione e senza peccati di gola e lontani da ogni effusione le prossime festività. L'Italia vanta un premier, alias Giuseppe Conte, che aveva annunciato l’abolizione della povertà e ora si "limita" ad abolire il Natale. Ci manca solo questo, magari ci manderanno controlli alla tavola imbandita per contare quanti siamo dentro casa e se con noi ci sono solo parenti stretti e non qualche amico che ha solo noi per un brindisi. Togliamoci dalla testa di festeggiare l’addio a questo maledetto 2020 bisestile e pandemico.

A volte non si capisce davvero se Conte debba essere preso sul serio, ma ieri si è superato con le sue dissertazioni sul Natale spirituale che dovremmo apprestarci a trascorrere. Sarebbe utile una telecamera appresso a lui e a donna Olimpia, che non è solo un quartiere di Roma ma la fidanzata del presidente del Consiglio: come trascorreranno le loro feste? Se dipendesse dal premier tutti noi potremmo al massimo farci gli auguri da soli e davanti allo specchio. Sia più chiaro il premier quanto dice che «sarà un Natale sobrio», e che «baci e abbracci non saranno possibili». Ma che cosa pretende dal popolo italiano? Chi verificherà che nelle nostre case non ci saranno baci e abbracci? È impazzito? Perché si riduca a dire certe cose, davvero non lo si capisce. Ci manca che ci metta persino a dieta obbligatoria. Che magari può servire in altri periodi dell’anno, ma proprio a Natale no. Neanche il dietologo si azzarda a prescriverla.

Il dramma è che Conte giudica i cittadini come dei pazzi scriteriati, perché la curva dei contagi che si impenna sarebbe colpa del popolo e non di un governo che è rimasto fermo per mesi dopo il lockdown. Incapace di fare autocritica, Conte getta la palla nelle piazze e strilla che chi la prende per primo va a finire in terapia intensiva. E allora che scalci a fare, incredibile presidente del Consiglio? In realtà, la sobrietà invocata sarà obbligata dal fatto che la gente ha sempre meno quattrini in tasca e non certo per gli appelli del premier: vuol farci morire più di Conte più che di Covid. Non vorremmo che la prossima uscita del capo di Palazzo Chigi possa essere caratterizzata dalla necessità di fare attenzione pure al Crocifisso, che siamo pieni di musulmani e non vogliamo certo offenderli. Sì, un Natale sobrio e pure ateo, perché no...?

Conte rischia di scatenare le reazioni opposte ogni volta che apre bocca, perché finora ci ha inflitto solo limitazioni e dpcm senza nessun risultato concreto, visti i numeri quotidiani. Ci toccherà aspettare il 3 dicembre, data di scadenza dell’ultimo decreto presidenziale, e chissà che cosa saranno capaci di inventarsi a Palazzo. Orari più lunghi dei negozi? Centri commerciali spalancati nel week end? Al ristorante in sei anziché in quattro? Coprifuoco di cinque ore anziché sette? La fantasia di chi ci governa in questo modo è inesauribile. Ma anziché toglierci il Natale, il Crocifisso o le vettovaglie, non si fa prima a farci trascorrere le feste senza un casinista di nome Giuseppe Conte alla guida del governo?
 

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