Il centrodestra non lasci sola la Calabria: è ora di azioni serie contro il governo
In un paese normale se il premier sbaglia va a casa. In Italia invece a Giuseppe Conte va decisamente meglio. Per tentare di uscire dalla bufera calabrese, si inventa l’ammissione della colpa che non costa nulla. Si telefona ai giornaloni amici – anzi si dice di aver telefonato e loro lo scrivono pure quando invece si è trattato solo una velina di Palazzo Chigi – e si pretende di lavarsi la coscienza così. “Colpa mia, ma anche i ministri sapevano”. Per passare alle nomine successive senza pagare dazio. In una parola, una buffonata avallata dalla cosiddetta grande informazione.
Poi, sempre in quel paese normale, si renderebbe trasparente e pubblico, con immediatezza, il contenuto dell’accordo strombazzato tra Protezione Civile ed Emergency di Gino Strada. Non si conoscono modalità, tempi, costi. Si sa solo – molto genericamente - che “riguarda l’attività negli ospedali da campo e nei Covid Hotel e triage ospedalieri”. Tutto qui? Dopo aver fatto fuoco e fiamme per accaparrarsi Gino e i suoi fratelli, alla fine dovranno limitarsi alle attività sanitarie e a quelle alberghiere? Sembra davvero uno scherzo, dopo aver fatto ballare il governo per una settimana con i soliti penultimatum pentastellati.
A questo punto la curiosità più grande da soddisfare è che cosa potrà dire oggi il premier ai sindaci calabresi. Ne verranno a Roma un bel po’, i più stazioneranno sotto Palazzo Chigi, mentre una delegazione salirà al piano nobile per essere ricevuta da Conte. Il presidente del Consiglio dirà “colpa mia, ma anche dei ministri”, pure ai sindaci? Gli farà trovare un nuovo commissario per la sanità calabrese reclutato chissà come? Stavolta toccherà a quel Federico D’Andrea, manager calabrese emigrato a Milano, passato dalla Guardia di Finanza a Sogesi e Olivetti? Chissà se almeno ci ha già parlato per evitare l’ennesima figuraccia.
Oppure – e sarebbe decisamente meglio – annuncerà ai sindaci che è sua intenzione aprire finalmente un tavolo serio con la regione Calabria per decidere insieme che fine deve fare la tutela della salute in una terra martoriata? Sì, la regione, che finora ha assistito incolpevole alle contorsioni di governo. A proposito: si faccia sentire il centrodestra con i suoi leader. Non bastano più le dichiarazioni.
E’ necessaria un’azione concreta, visibile, determinata per far sentire rappresentata la popolazione calabrese anche a livello parlamentare. Finora solo belle comparsate televisive; ma c’è anche bisogno di azioni eclatanti. Un governo centrale che calpesta la regione merita risposte adeguate. La Calabria ha dato ampi consensi al centrodestra nelle regioni in cui fu eletta la povera Jole Santelli. Non vorremmo che stia pagando anche questo. E non vorremmo che proprio il centrodestra rischi di dimenticarlo. Se il governo non rispetta la Calabria, il centrodestra deve pretenderlo. Anche a costo di sfiduciare il ministro Speranza, ad esempio.