potere a 5stelle

Dove hanno piazzato l'amico di Di Maio. Paragone: i nuovi re della lottizzazione

Gianluigi Paragone

Le tensioni sociali sono talmente alte che capita - e mi è capitato - di ricevere segnalazioni su mille fronti. Ieri per esempio dal fronte sindacale di Enav, l’ente che gestisce il traffico aereo civile, mi sono arrivate segnalazioni rabbiose su una contrattualizzazione che sarebbe stata fatta recentemente da una società dell’ente - la Technosky - riguardante un signore di nome Luigi Napolitano. Aspettiamo smentita.

Chi è Luigi Napolitano? Diciamo che il suo nome salì agli onori delle cronache a fine febbraio per la candidatura al collegio senatoriale Campania 7 per le suppletive dove poi vinse il giornalista Sandro Ruotolo. Napolitano corse con la pettorina del Movimento Cinquestelle in quanto amico di studi di Luigi Di Maio. Un altro baciato dalla fortuna nella lotteria pomiglianese, uno come il mitico Capitan America - al secolo Carmine America - compagno di liceo di Giggino, piazzato niente di meno che nel Cda di Leonardo ex Finmeccanica (guarda caso Di Maio non ha chiesto le dimissioni del condannato Alessandro Profumo), con uno stipendio che si aggira complessivamente sui 180mila euro. O come Salvatore Barca, alto dirigente portato da Di Maio al Mise, oggi in cattive acque con l’attuale ministro Patuanelli che gli preferisce Marcella Panucci, già direttore generale di Confindustria (Patuanelli ormai ha fatto del Mise una costola del salotto confindustriale, con Elio Catania gran cerimoniere). O come Dario De Falco a Palazzo Chigi o Pasquale De Falco in Fincantieri. Insomma Giggino garantisce che è un piacere.

  

 

Sull’assunzione di Luigi Napolitano, trombato eccellente alle suppletive di pochi mesi fa e «ripescato» dall’amico, ovviamente farò una bella interrogazione parlamentare che si va ad aggiungere a quelle che girano attorno alla figura del ceo di Leonardo, Alessandro Profumo, sia sul perché non ne abbiano ancora sollecitato le dimissioni e sia su cosa stia accadendo in Mps a seguito della condanna dell’allora presidente; a quella che riguardano la vicecapo della Polizia, Maria Luisa Pellizzari, la quale esibisce un tatuaggio al polso mentre altri poliziotti sono stati anche recentemente sbattuti fuori proprio perché i tatuaggi sarebbero vietati (e allora viene da domandare se chi deve far rispettare le regole a sua volte le trasgredisce: nulla da dire, ministro Lamorgese? Perché state dando l’ordine di tacere sulla questione? Ci vedremo in parlamento) Ciò che stiamo assistendo è un continuo soffiare sul fuoco delle disparità, una spaccatura tra popolo e palazzi vari.

Il passo indietro del commissario del governo alla Sanità in Calabria l’imbarazzante Zuccatelli arriva dopo due settimane di figuracce, di pressappochismo e soprattutto di strenua difesa del ministro Speranza. È stato mollato dopo che la difesa stava diventando una provocazione irritante, alla luce dell’invito rivolto a Gino Strada nato per sparigliare e divenuto un problema da gestire. Può darsi che ora il fondatore di Emergency affianchi il nuovo commissario, Eugenio Gaudio, il rettore uscente dell’università La Sapienza appena sostituito da Antonella Polimeni e che si scopre indagato a Catania per i concorsi universitari un minuto dopo l’indicazione. Ma quand’anche Strada fosse un consulente di questo nuovo (?) corso, che garanzie ci sono circa la fine dell’andazzo per cui nelle più grandi aziende ospedaliere non c’è contabilità e le fatture vengono pagate o più volte o in ritardo così da far lievitare gli interessi? 

Insomma il giro delle relazioni non deve interrompersi, altro che discontinuità. Patuanelli incontra segretamente il braccio destro di Benetton, Castellucci (agli arresti proprio perché uomo ancora inserito nel sistema di famiglia) e lo sappiamo soltanto grazie alle intercettazioni. La sua vice Alessia Morani va in tv e fa l’elogio dei banchi a rotelle, «ergonomici così i ragazzotti delle superiori non soffrono più fisicamente».

Chi invece non deve smettere di soffrire sono i commercianti, i ristoratori, gli albergatori, gli artigiani, le partite iva, i professionisti: per loro sempre legnate sui denti. Legnate pure ai risparmiatori: dopo l’annuncio «Sono iniziati i pagamenti», la macchina degli accreditamenti si è già fermata dopo soli mille e cento risparmiatori coinvolti. Nome resterebbero solo 143mila.

E poi c’è il solito Domenico Arcuri, che moltiplica gli incarichi e i poteri senza che nessuno chieda il conto di quel che fa: supercommissario al Covid (e dalle mascherine alle terapie intensive i risultati di Mimmo Arcuri sono sotto gli occhi di tutti), garante della distribuzione dei vaccini (?) e commissario governativo sull’Ilva.

Nell’Italia tradita dai Cinquestelle l’importante è avere l’aggancio giusto. E un Travaglio che ti elogia festante come una Vispa Teresa.