L'Abruzzo dichiara il lockdown. Le Regioni cambiano la mappa di Conte
Da martedì l’Abruzzo potrebbe essere praticamente in lockdown, con l’istituzione di una ’zona rossa' su tutto il territorio regionale: la decisione è maturata nel corso della riunione del Comitato tecnico scientifico regionale, presieduto da Alberto Albani, che si è tenuta nel pomeriggio di oggi. Si avviano ad essere chiuse, dunque, scuole di ogni ordine e grado e negozi, fatta eccezione per quelli che forniscono servizi essenziali. Il governatore, Marco Marsilio, firmerà i provvedimenti nella giornata di domani. Oggi ha appreso le valutazioni del Cts e poi ha voluto poi riunire informalmente gli assessori per informarli dell’evolversi della situazione. Ancora in corso di discussione i dettagli e la durata dei provvedimenti che saranno assunti. Possibili restrizioni anche agli spostamenti personali, nell’ottica di evitare assembramenti anche all’aperto. È un post del vicepresidente della giunta, Emanuele Imprudente, ha di fatto anticipato la notizia: «A volte si deve fare anche ciò che non si vuole fare, perché è giusto ed opportuno. Nessuno può sfuggire alle responsabilità, questi non sono momenti per fare giochi politici e propagandistici ma sono momenti in cui prendere posizione e anticipare scelte. L’Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura scuole». La riunione era stata anticipata dalla richiesta del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di istituire una ’zona rossa', «ma solo a patto che siano previsti ristori per le attività produttive costrette alla chiusura e ausilio per le famiglie i cui ragazzi devono seguire la didattica a distanza, seppur temporaneamente, a seguito delle disposizioni di chiusura segnalate dalle scuole e valutate dal dipartimento di Prevenzione».
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Intanto il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, che da giorni sta valutando e confrontandosi con le parti sociali sull’ipotesi della chiusura delle scuole per contenere l’epidemia, ha firmato una nuova ordinanza che entrerà in vigore da martedì 17 novembre e sino al 2 dicembre e che prevede la temporanea chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado della regione. Lo riferiscono fonti regionali.
In generale, la mappa dell’Italia suddivisa in tre colori ha scontentato un po' tutti. Soprattutto i governatori, nel giorno in cui entrano in vigore le misure dopo la ’riverniciata' data alla mappa dello Stivale. «Quando ho ricevuto la notizia della zona rossa, mi sono amareggiato, è stata una sorpresa, la Toscana ha avuto questa decisione per dati dell’1-8 novembre, ma nei giorni successivi i dati tendevano a stabilizzarsi», torna a ribadire Eugenio Giani, presidente della Toscana ’rossa'. Stesso colore per la Campania, con Vincenzo De Luca che non depone le armi. Anzi rincara la dose e parla di «misure tardive, parziali e produttrici solo di divisione e di confusione».
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A stretto giro arriva la replica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «L’intervista a ’Libero' di De Luca? Avrà dato altro materiale a Crozza per il prossimo venerdì. Come governo siamo pronti a inviare i militari e il personale civile per dare una mano e spero che la Regione Campania li accetti». L’ex capo politico del M5S parla di «scene sconvolgenti» viste negli ultimi giorni nella sua regione, ma poi tende la mano in qualche modo: «Voglio mandare un messaggio di pace a De Luca, non di guerra. Lavoriamo insieme per la Regione, per il Paese e la salute degli italiani». E il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, annuncia un nuovo bando per «450 medici volontari, specializzati, da destinare alla Regione Campania per la gestione dei casi di Covid-19». Preoccupato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Siamo seduti non sotto un vulcano, ma sopra. La città è una polveriera e temo che a Roma non ne siano consapevoli».
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Intanto, il governatore Alberto Cirio avvisa di aver ricevuto una telefonata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che «ha voluto esprimere al nostro Piemonte la sua vicinanza e la gratitudine per lo sforzo enorme». Il Capo dello Stato - riferisce Cirio - «ha anche richiamato l’importanza del senso di responsabilità di ognuno di noi». E un altro messaggio all’insegna dell’unità porta la firma del ministro Boccia: «Questa guerra contro il Covid la vinciamo se combattiamo insieme, senza polemiche ma, con leale collaborazione, remando tutti nella stessa direzione». Poi c’è chi come Giovanni Toti spinge i liguri a un impegno comune «per regalarci un buon Natale». «Il mio obiettivo - spiega - è vedere scendere la diffusione del virus nei prossimi dieci giorni, vedere l’Rt sotto l’1». Con questi numeri, arriva al punto, «chiederò immediatamente al Governo di far uscire la Liguria dalla zona arancione. Il mio obiettivo è riuscirci dai primi giorni di dicembre, o magari anche prima. Avanti con coraggio». E in Friuli Venezia Giulia, dopo che il presidente Massimiliano Fedriga ha ribadito l’esigenza di «una leale collaborazione istituzionale», impazza il dibattito: M5S e Pd attaccano la Lega. La solita polemica politica, mentre l’unico vero nemico si chiama Covid-19.