premier "spirituale"

Con il Natale ha toccato il fondo. Il declino inesorabile di Conte che scarica sul popolo le sue colpe

Franco Bechis

Se c’è una cosa che gli oltre 2 miliardi di cristiani nel mondo fanno tutti insieme all’unisono è celebrare il Natale. Anche i cattolici un po’ più distratti e meno praticanti vanno alla Santa Messa o nella notte o nel giorno della nascita di Gesù Cristo.
Lo fa un terzo dell'umanità, tutta insieme quel giorno. L'unico a non essersene accorto in tutto il mondo è il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte. Forse perché buddista, ieri ha spiegato in un video che «Natale è spiritualità», e fin qui ci siamo. Però «non viene bene in tanti». Due miliardi sono pochi? Non gli è piaciuta l'ultima Santa messa natalizia a cui ha partecipato? Conte non lo spiega, ma sentenzia che «il Natale non è solo fare regali, molto buono per dare impulso all’economia, ma è anche raccoglimento spirituale, e farlo con tantissime persone non viene troppo bene».

 

  

Si vede che Rocco Casalino deve avergli raccontato quanto era bella la solitudine nel confessionale del Primo Grande Fratello e il premier deve avere pensato che quel modello fosse il migliore per vivere la celebrazione nell'anno delle mascherine e dei distanziamenti. Così gli è scappata la fesseria, cosa che gli capita con sempre maggiore frequenza quasi fosse una malattia degenerativa. Avrà voluto dire che è meglio non fare cenoni troppo affollati, ma la nuova linea governativa è quella di lasciare impedire quei festeggiamenti ai governatori delle Regioni perché sarebbe assai impopolare un suo dpcm in materia, e con la curva dei sondaggi che sta precipitando (fra poco se la batterà a fondo classifica con Vito Crimi), cerca di evitare ulteriori passi falsi. La toppa è stata peggio del buco, ma ha dentro una presunzione che sarebbe grave se l'esperienza politica di Conte non volgesse ormai a un inarrestabile tramonto: quella dello Stato etico, i cui vertici non solo restringono anche con durezza le libertà dei cittadini, ma si sentono unti del Signore, pronti a dare lezioni morali al popolo. 

 

È un brutto vizio quello che ha il premier - ma non solo lui nella maggioranza - di puntare il dito per stigmatizzare dall'alto del suo piedistallo i comportamenti altrui e scaricare sulla gente in modo indistinto colpe anche gravi della classe dirigente cui Conte è al comando. Questo governo ha responsabilità enorme della tragedia che stiamo vivendo quest'anno, ma non se la assume mai. La scarica sempre sulla gente colpevolizzandola per nascondere i propri errori. Ha mandato nudi al fronte medici e infermieri nella prima fase dell'epidemia perché non aveva un piano pandemico e non aveva fatto scorte di dispositivi di protezione individuali come da manuale era necessario fare. Chi sul fronte ha perso la vita lo deve soprattutto a questo. Tremo a pensare che stia per riaccadere come gridano con un filo di voce a Roma gli operatori della sanità che vedono esaurirsi quelle preziose scorte. Ha ricompiuto lo stesso identico errore aspettando con le mani in mano la seconda fase della pandemia che stiamo vedendo. Si è inventato nuovi posti in terapia intensiva che non ci sono, non ha fatto gli appalti necessari, non ha messo in sicurezza il sistema ospedaliero. E per la seconda volta gli italiani stanno morendo per questo motivo. Ci sarebbe da inginocchiarsi e chiedere perdono davanti a Dio, da genuflettersi davanti agli italiani chiedendo scusa. Macché, Conte e le sue belle statuine scusa non riescono a chiederla mai come il Fonzie di Happy Days a cui si attorcigliava la lingua in quel momento. Non sono capaci di un atto di umiltà, e pazienza. Ma è insopportabile che scelgano l'esatto opposto. Sono loro ad avere aperto autostrade al virus, ma accusano di questo gli italiani. Un popolo di incoscienti da movida, che vanno a mangiare irresponsabilmente una pizza o si bevono una birra nelle sere di estate, che passeggiano nel centro della loro città, perfino respirano e si frequentano dopo che apri la gabbia in cui per mesi li avevi chiusi. Colpa loro, il virus se lo meritano. E lo diffondono ai più anziani, facendoli morire.

 

Sembra un mondo alla rovescia: ieri c'era pure l'assessore alla Sanità del Lazio che puntava il dito sui malati di coronavirus: bisogna liberare la pressione sugli ospedali della regione. Toccava a lui preparare il sistema alla seconda ondata, tocca a lui ora liberare quella pressione. Invece di farlo se la prende con i malati. Stessa cosa ieri da palazzo Chigi verso i nuovi untori del virus: quei ristoratori che evidentemente non avevano preso abbastanza a bastonate. A tutte le redazioni è stato trasmesso un articolo tradotto in italiano del New York Times che citava uno studio sui ristoranti della Grande Mela e i contagi nei mesi di marzo e aprile scorso. A parte che lo studio era molto sintetizzato e di numeri ce ne erano davvero pochi, a quell'epoca negli Usa i ristoranti brulicavano come anche qui un tempo di clienti senza distanziamenti e senza protezioni, e rigorosamente al chiuso viste le temperature. L'intenzione subdola è accusare della seconda ondata i ristoratori italiani che invece non c'entrano proprio nulla: fino a quando non li hanno richiusi la clientela mangiava solo all'aperto, arrivava con la sua bella mascherina e si sedeva con tavoli a numero chiuso distanziati dagli altri. È vergognoso anche solo ipotizzare questa responsabilità inesistente sulla recrudescenza del virus, quando i numeri che abbiamo pubblicato l'altro giorno indicano senza dubbio che l'evento scatenante della seconda ondata è stato quello della riapertura delle scuole avvenuta in assoluta insicurezza (per la concentrazione al chiuso in poco spazio di milioni di ragazzi caricati come sardine su bus e metropolitane).

Invece di riconoscere i propri errori e fare accomodare alla porta le ministre testarde che hanno raccontato favole, si cerca di fare sentire in colpa chi non ne ha alcuna. Ora pure le sciocchezze sul Natale. Se a Conte piace celebrarlo in seduta yoga solitaria a meditare, faccia pure. Nonostante lui, restiamo un paese libero. Noi lo celebreremo insieme con gli altri due miliardi di cristiani sulla terra. Anche lui provasse a impedircelo.