Giallo sui dati Covid. Speranza getta un'ombra sulle Regioni
Sui dati Covid si sta facendo una gran confusione. La divisione dell'Italia in tre fasce (rossa, arancione, gialla) è fatta in base ai numeri comunicati dalle Regioni. E c'è qualcuno che adesso avanza qualche dubbio sulla veridicità dei numeri: troppe variazioni dell'ultimo minuto, troppe differenze tra quello che vedono i medici nei reparti e i dati comunicati all'Istituto Superiore di Sanità.
«Siamo nel rapporto tra istituzioni. Sarebbe un reato molto grave dare dati falsi e penso che nella relazione corretta fra istituzioni, le Regioni debbano necessariamente dare dati corretti. Dopodiché anche da parte della cabina di regia c’è un momento di approfondimento, verifica e controllo». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di "In mezz’ora in più" su Rai3 sulla possibilità che le Regioni comunichino dati incompleti o non corretti sulla diffusione del coronavirus.
L'ultimo pasticcio sui numeri del Covid
«I nostri dati sono pubblici e abbiamo anche approvato una norma per rafforzare questo procedimento ha continuato Speranza - Le scelte che vengono fatte dalla cabina di regia, con le Regioni che condividono il percorso che abbiamo condiviso», si basano su dati che «noi per legge siamo obbligati a pubblicare», tra cui i 21 criteri che servono a indicare il fattore di rischio di ogni Regione che vengono poi integrati con gli scenari dell’indice Rt. «I dati nascono dalle Regioni, alimentano il database dell’Iss e attraverso questa elaborazione la cabina di regia ci offre i dati definitivi. Sulla base di questi dati io firmo le ordinanze», ha aggiunto Speranza.