il caso

Lottizzazione ai Servizi. Urso punta il dito contro le mancate nomine

«Il dossier delle nomine sembra gestito dal governo con una logica di asservimento agli obiettivi politici, cosa che non può assolutamente riguardare le nomine in scadenza nei campi della "intelligence", impegnata in prima linea a tutelare la sicurezza nazionale, tanto più nell'attuale gravissima fase di emergenza sanitaria, economica e sul fronte della Sicurezza interna e internazionale». È quanto denuncia in un'interrogazione il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir il quale rileva che «vi sono ormai tre, e a breve quattro, posizioni vacanti di vicedirettori in AISE, AISI e DIS, oltre a 142 nomine governative in scadenza o comunque in fase di rinnovo nelle Aziende di Stato o in altri Enti, che sembra si vogliano ancora rinviare in attesa di trovare un accordo complessivo di "lottizzazione"».

 

  

 

«A ciò - avverte Urso - occorre aggiungere la scadenza in dicembre del direttore del DIS e del comandante generale dei carabinieri. Questa politica del rinvio meramente strumentale - rileva il senatore di Fratelli d’Italia - è assolutamente inaccettabile soprattutto per quanto riguarda i "vertici" dei servizi perché occorre assicurare, oggi più che mai, ai comparti operativi e strategici della sicurezza nazionale di agire con pienezza e lungimiranza in un momento così difficile per la Nazione». Urso rileva, inoltre, che «mentre per il direttore dell’Aisi si giunse in agosto alla determinazione di cambiare con decreto legge la legge di riforma del 2007, pur di assicurare quella continuità di gestione ritenuta assolutamente necessaria durante la fase di emergenza sanitaria che, peraltro, allora sembrava in via di superamento; oggi, invece, non si procede alle nomine dei vicedirettori dei servizi in una fase di recrudescenza dell’emergenza sanitaria ed economica e di acuirsi della minaccia terroristica internazionale con problemi evidenti anche nella gestione dell’ordine pubblico». «Il ritardo della decisione nel campo della intelligence lascerebbe scoperto per troppo lungo tempo posizioni chiave che in alcun modo possono essere oggetto di baratto e di equilibrio all’interno della maggioranza o tra fazioni di essa ma che devono invece rispondere solo a criteri di indubbia professionalità ed esperienza», tanto più che si tratta di «incarichi volti ad assicurare il massimo presidio di sicurezza nazionale e internazionale», conclude il senatore Urso.