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Ora Conte invoca il "confronto", il centrodestra unito lo inchioda così. E rilancia le sue proposte

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Giuseppe Conte non sa più che pesci pigliare nella gestione dell'emergenza Covid e torna chiedere "il confronto fondamentale del Parlamento" illustrando le misure che saranno contenute nel prossimo Dpcm, ma solo dopo la "resa" davanti al presidente Sergio Mattarella. E il centrodestra unito inchioda il premier alle sue responsabilità, rilanciando le proposte di Lega, Fratelli'd'Italia e Forza Italia per la gestione della pandemia. 

 

«A partire dal 31 gennaio 2020, con la dichiarazione dello stato di emergenza, il Governo ha troncato ogni confronto con le forze di opposizione, cestinando sistematicamente le proposte che queste ultime hanno avanzato sotto forma di emendamenti, ordini del giorno e risoluzioni;le misure di contenimento della pandemia da Covid-19, anche quelle più drastiche, che hanno inciso sulle libertà fondamentali degli italiani, sono state prese in maniera completamente autocratica, attraverso lo strumento del dpcm, in pacchetti chiusi e immodificabili, annunciati alla stampa e solo dopo, tempo permettendo, alle camere parlamentari che, in questo modo, sono state totalmente private della possibilità di intervento», si legge nella premessa della risoluzione unitaria del centrodestra, presentata alla Camera sulle comunicazioni del premier Conte sul nuovo dpcm.

«I risultati di questa gestione accentrata e, sotto più profili, inadeguata, della situazione epidemiologica sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti - prosegue il testo dei partiti guidati da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani - il Governo ha fatto sinora fallire ogni possibilità di un collaborativo confronto con le opposizioni: al fallimento della Cabina di regia ipotizzata al tempo del decreto Cura Italia ha fatto seguito il mancato coinvolgimento delle opposizioni annunciato a gran voce nel corso degli Stati generali dell’economia dello scorso mese di giugno;ora il Governo propone l’istituzione di una Commissione, presieduta da un Ministro e composta da parlamentari in modo paritetico, e, quindi, tale da non rispecchiare la reale rappresentatività delle singole forze politiche, del quale non si capisce nè il ruolo nè il potere decisionale e che appare assai discutibile anche sotto il profilo della costituzionalità». 

 

 Le opposizioni chiedono al governo l’impegno a «modificare radicalmente la strategia utilizzata ai fini del contenimento della diffusione del virus, inaugurando una pianificazione di interventi di medio e lungo termine che possano instaurare una gestione della situazione epidemiologica trasparente e consapevole, evitando nuove chiusure arbitrarie e improvvise come quelle dettate dagli ultimi dpcm».  E chiedono al governo l’impegno «a scongiurare la prospettiva di un secondo lockdown nazionale, provvedendo a tal fine: a) a recuperare i ritardi accumulati sul fronte del rafforzamento del servizio sanitario nazionale, attuando con massima celerità i piani predisposti dalle regioni per il potenziamento delle terapie intensive e, in generale, per il riordino della rete ospedaliera; b) a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, stanziando ulteriori risorse affinché nelle regioni, compatibilmente con il quadro clinico del paziente, possano essere garantiti i tamponi, gli esami e le terapie, direttamente a domicilio del paziente». 

 

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