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Il lockdown mette a dura prova il governo Conte: liti, divisioni, poltrone e la maggioranza traballa

Pietro De Leo
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Oramai non è più una semplice evocazione, ma un’ ipotesi sul tavolo, un nuovo lockdown che, oltre ad avere contraccolpi economici enormi, sarebbe di forte impatto anche sul piano politico. Con un governo sfiancato da quei palesi ritardi sul fronte della prevenzione che acuiscono le tensioni fra alleati verso la detonazione finale. I punti di frizione sono molteplici. Il prosieguo delle lezioni in presenza, su cui il ministro dell’Istruzione Azzolina sta facendo una battaglia, vede la netta contrarietà dei governatori Pd di Puglia e Campania Emiliano e De Luca. Quest’ultimo, peraltro, ha diretto su viale Trastevere uno dei suoi strali a portata di web: “Non si puo' ascoltare un ministro dell'Istruzione che continua a ripetere a pappagallo che dobbiamo tenere aperte le scuole. Ma cosa? Quando ci sono centinaia di contagi in alcune realtà scolastiche come si fa a ripetere frasi fatte?”.

Controreplica pentastellata in una nota congiunta dei senatori in commissione Istruzione i quali hanno accusato il presidente campano di “dare il peggio di sé”. E proprio il tema scuola è stato al centro dell’incontro di Giuseppe Conte con i capidelegazione, dove ha partecipato anche il ministro Azzolina. Altro punto sul tavolo, poi, è il tavolo per le iniziative sull’attività di governo con un cronoprogramma di iniziative, e su cui insiste il Pd. E poi c’è Italia Viva, che in questi giorni ha provato a issare la bandiera della rappresentazione delle istanze del mondo produttivo e degli operatori della cultura massacrati dall’ultimo Dpcm. Il tema rimpasto, al momento, appare esorcizzato. Il capogruppo Dem al Senato Marcucci, che era balzato agli onori delle cronache per aver chiesto, l’altro ieri, un ragionamento sui ministri, in un’intervista a Repubblica ha assicurato di non voler intendere un cambio di caselle. Così come il ministro agli affari europei Vincenzo Amendola, intervistato dall’Huffingtonpost, ha affermato: “Trovo che giocare al 'gioco dei troni' sia un'enorme mancanza di rispetto per la situazione italiana e per chi sta soffrendo”.

E però la girandola delle voci delinea uno scenario diverso, in cui il lockdown costituirebbe un costo politico per una forza come Italia Viva, con il leader Renzi che sin dall’inizio della crisi prima degli altri ha agguantato la linea delle riaperture. Un costo da compensare con un ridisegno della squadra governativa in favore dell’ex Premier. Lo schema potrebbe prevedere lo spostamento di Teresa Bellanova, attualmente all’agricoltura, o verso la casella del Lavoro oppure quella della Pubblica Amministrazione, entrambe occupate da due esponenti pentastellate.

Dunque, lasciando Elena Bonetti alla famiglia, le posizioni di Italia Viva passerebbero dalle attuali due a tre, e a farne le spese sarebbe il Movimento 5 Stelle. Al momento suggestioni, nel vorticare dei rumors. Ma una cosa è certa: il rimbalzo del Pil nel terzo trimestre su cui ieri hanno esultato Zingaretti e Gualtieri è già sullo sfondo, oscurato dalle tensioni interne e soprattutto dallo spettro di un nuovo Lockdown che si fa sempre più netto. Tanto che anche lo stesso ministro dell’Economia, ieri, ha avanzato una tesi abbastanza curiosa: con una nuova fase di chiusura, ha affermato, la ripresa sarebbe solo rinviata e non pregiudicata. Chissà se chi dovrà abbassare le serrande senza certezza di rialzarle la pensa così.  

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