stretta in arrivo

Bar e ristoranti chiudono alle 18. Ecco la bozza del nuovo Dpcm Covid

Il governo sta lavorando al nuovo Dpcm sull'emergenza Covid. Ecco la bozza del documento approntato oggi pomeriggio. Tra le misure proposte la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e nei giorni festivi. Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Sono sospesi anche gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, cinema e in altri spazi anche all'aperto. Sono sospese anche le attività di palestre, piscine e centri benessere. Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. Per quanto riguarda le attività professionali, si prevede che esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. 

 

  

 

Nella bozza si legge che "a decorrere dal 26 ottobre 2020 le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni le predette attività sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi; dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze". E ancora: "Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all' art. 2 dell'ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro".

Per il capitolo spostamenti nella bozza del nuovo Dpcm si legge che "è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune".