incapaci di decidere
Lo scaricabarile indecente di politici e virologi: ora la colpa è degli italiani
La novità della seconda ondata del virus è che ora nessuno più lo governa. Nella prima fase avevamo un uomo solo al comando - Giuseppe Conte - ora non ne abbiamo più nessuno. E non è che sia confortante.
Perché il governo scarica sulle spalle delle amministrazioni locali e perfino sui cittadini le decisioni che non vuole prendere per non risultare impopolare e soprattutto non essere accusato di fare danni irreparabili all’economia. Qualche Governatore finge di decidere, e poi quando capisce come Vincenzo De Luca di avere causato un grande malcontento perfino nei suoi freschi elettori, fa subito mezza marcia indietro (le scuole riapriranno in Campania per i più piccoli). Un altro governatore, come quello della Lombardia, Attilio Fontana annuncia coprifuoco e chiusure dopo che gran parte dei sindaci glielo chiedono, ma poi si accorge che Matteo Salvini è furioso e la firma sotto l’ordinanza non l’ha ancora messa. I sindaci si lamentavano di provvedimenti che danneggiavano il loro territorio e volevano avere più voce in capitolo. Ma quando il governo ha scritto nero su bianco nell’ultimo dpcm che dovevano decidere loro eventuali chiusure e restrizioni, sono insorti: «Ah, noi proprio no!». Così toccherà ai prefetti- è l’ultima mediazione- decidere se e quando chiudere vie e piazze della movida per eccesso di assembramenti. E arriverà pure l’esercito per garantirne l’ordine. Un caos totale dove l’unico filo rosso che unisce tutti è quello dello scaricabarile: ognuno scarica la responsabilità su qualcun altro. E una classe dirigente che si sta comportando in modo vergognoso ha trovato la soluzione migliore che solleva le loro coscienze: scaricare la responsabilità di quel che accade su tutti noi cittadini. «Attenti a come vi comportate, italiani. Se il virus farà una nuova strage, sarà colpa della vostra irresponsabilità».
È il nuovo refrain di infettivologi, virologi, «scienziati» del comitato tecnico e scientifico che assiste il governo centrale come di quelli clonati nelle amministrazioni regionali. «Dipende da noi», dice Fabrizio Pregliasco, e con quel «noi» in realtà intende «voi». E l’ineffabile Walter Ricciardi, consulente principe del ministro della Salute, Roberto Speranza, non ha mancato in questo di chiarezza: «Fatevi un esame di coscienza e cercate di salvarvi il Natale comportandovi così ora. Questo è quello che dovrebbero fare i cittadini». E questo cosa sarebbe? Parole sue: «State a casa, createvi la vostra bolla sociale perché in questo momento la circolazione del virus è talmente intensa che comportarsi normalmente non è possibile».
Meravigliosa classe dirigente di un paese quella che chiede ai cittadini un «esame di coscienza», che a loro non viene in mente di fare nemmeno per sbaglio. Sono gli autisti del bus che sbagliano strada, vanno a schiantarsi e poi dicono che la colpa era dei passeggeri che chiacchieravano troppo facendo venire meno la loro concentrazione. Tutti buoni a guidare un Paese in questo modo indecente. E allora forse meglio offrire loro qualche elemento per un bell’esame personale se mai fossero dotati di una coscienza (ma non sembra). Cosa ha fatto questa classe dirigente nei sei mesi che sono trascorsi fra la prima e la seconda ondata del virus oltre a baloccarsi con i bonus monopattini e altre amenità simpaticissime? Ieri abbiamo raccontato di come questo governo con i suoi collaboratori non abbiano speso in 154 giorni (oggi ne è passato un altro a vuoto) un solo centesimo di quelli stanziati (1,4 miliardi) a maggio per rafforzare la rete ospedaliera e le terapie intensive. È colpa di questi incapaci se oggi con numeri assai più bassi di marzo ospedali e terapie intensive sono già in grande sofferenza in molte regioni di Italia. Ma è esperienza di tutti i giorni come non funzioni per nulla (e da lì vengono molti guai) la macchina che avrebbe dovuto essere approntata per tracciare i contagi, identificare i cosiddetti cluster di contagio e limitarlo. Immuni è una barzelletta lasciata a se stessa, pubblicizzata in fretta e furia una settimana a ottobre con palazzo Chigi che chiedeva ai media un aiuto gratuito per farlo. Ma non funziona con evidenza: in tanti mesi e con 9 milioni di italiani che l’hanno scaricata ha trovato meno di mille contagi.
Ieri mattina poco dopo le 10 ho visto un medico di base che conoscevo e gli ho chiesto: «Secondo lei ha ragione il governo a dire che la scuola è sicurissima e lì non vi sono contagi? Perché sarà sfortunato ma tutte le notizie di contagi e allarmi di cui sono venuto a conoscenza hanno origine proprio nella scuola...». Il medico mi ha risposto: «Faccia lei. Questa mattina a quest’ora ho già ricevuto la richiesta di impegnativa di tampone da alunni di sei scuole diverse dove è stato scoperto in classe un contagio. E siamo solo a inizio mattinata... Ogni giorno è peggio». Hanno messo in sicurezza la scuola? E dove? Continuo a ricevere segnalazioni di genitori che stanno vivendo lo stesso dramma. Una maestra o un professore positivo, segnalato a una delle Asl. E poi giorni di silenzio. La scuola avvisa le famiglie, le Asl non fanno nulla, non tracciano, non obbligano ai controlli né alla quarantena, non sanno nemmeno cosa sia Immuni mai ne avesse scovato uno. È così nel Lazio, ma è così in molte altre Regioni. Sono tutti impreparati, totalmente disorganizzati e non sanno che pesci prendere. Se non siamo al dramma più totale è solo perché i cittadini hanno senso di responsabilità e coscienza: cautele, prudenze, isolamenti e quarantene se li fanno da soli quando questo è possibile (la legge non riconosce così né congedi né malattie). Reggiamo e combattiamo perché gli italiani sono un grande popolo. Con una pessima classe dirigente. La peggiore mai avuta nella storia di Italia. Forza, tocca a noi e solo a noi.