C'è Crisanti al convegno di Treviso. E il sindaco leghista toglie il patrocinio, ira del Pd
C'è Andrea Crisanti ad un convegno organizzato dall'ateneo di Treviso, la più antica associazione culturale della città. E il sindaco della Lega Mario Conte ritira il patrocinio del Comune. Scoppia così la bufera politica con il Partito Democratico che insorge in difesa del direttore di Microbiologia e Virologia dell’università di Padova. Il convegno è stato organizzato al Teatro del Monaco di Treviso.
"È vergognoso che la giunta di Treviso ritiri il patrocinio a un convegno dell’Ateneo di Treviso sulla pandemia perché la presenza del professor
Crisanti non è gradita. Conte dovrebbe ringraziarlo: è anche merito delle sue intuizioni se la sanità veneta ha retto, se l’ospedale di
Treviso non è collassato come quelli di Bergamo e della Lombardia. Evidentemente nello Zaiastan si può tutto, tranne criticare il Doge: un’idea di democrazia piuttosto singolare", è netto e negativo il parere di Andrea Zanoni, consigliere regionale trevigiano del Pd, sul dietrofront della giunta Conte che ha deciso di ritirare il patrocinio all’evento ’Il punto sulla pandemia, quali prospettive"?, in programma il 27 ottobre per l’inaugurazione del 210esimo Anno accademico.
"Non era mai accaduto e le motivazioni, politiche, sono davvero imbarazzanti: l’Università è un luogo di libero confronto. Oltretutto il professor Crisanti, a differenza di quanto dice la Giunta, non si è mai permesso di criticare il lavoro del personale sanitario, sempre in prima linea. Ha invece legittimamente contestato chi mandava messaggi falsamente rassicuranti, raccontava favole, parlando di virus più debole o addirittura morto. Nel frattempo raccomandava invece misure più stringenti, specialmente per quanto riguarda tamponi e tracciamento, per evitare quello che sta purtroppo accadendo: un incremento esponenziale dei contagi", sottolinea. "Stiamo parlando di uno scienziato che dà lustro al nostro Paese, così come l’Ateneo trevigiano, non di un apprendista stregone negazionista, di quelli che piacciono al segretario della Lega Salvini - prosegue Zanoni - Sono innegabili i suoi meriti nella gestione veneta dell’emergenza sanitaria e per questo l’avevo candidato al Leone del Veneto, proposta bocciata perché Zaia non può accettare che gli si faccia ombra, a maggior ragione in campagna elettorale".