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Dpcm, insorgono ministre e deputate. Le signore spettinano Conte

Franco Bechis
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C'è ancora qualcuno che ragiona in mezzo alla pandemia, ed è il motivo per cui ieri Giuseppe Conte non ha firmato il nuovo dpcm che avrebbe dovuto decretare il coprifuoco e consentire la chiusura di molte attività. Si è opposto qualcuno dentro la maggioranza, e le Regioni hanno fatto per lo più muro contro le ipotesi circolate. Per questo oggi dovrebbero partorire una chiusura un pizzico più dolce: coprifuoco forse alle 23, alleggerendo un po' la botta su bar, pub e ristoranti. Salve pure alcune attività di cui si era ipotizzata la chiusura: parrucchieri e centri estetici, con ancora in forse il destino delle palestre.

Durante la giornata sono spuntati come i funghi i difensori delle varie categorie, e il pressing più intenso è stato quello delle signore (anche Maria Elena Boschi ha cinguettato in proposito sui social), che ai parrucchieri proprio non vogliono rinunciare un'altra volta dopo il lunghissimo lockdown della primavera scorsa. Oltretutto allora non potevano uscire di casa se non per andare a fare la spesa, oggi sì e la messa in piega per loro è bene di primissima necessità. Grazie a loro si è rasato un po' Conte e un po' la sua bozza di Dpcm. Bene ovviamente se le ferite che temevamo ieri vengono inferte in modo meno grave. Ma resta il tema di fondo: il governo continua a non spiegare nulla delle proprie decisioni, rifugiandosi in un comodissimo refrain: “ce lo hanno chiesto gli scienziati”.

E allora prendiamoli di petto questi scienziati, perché spuntano come grilli parlanti nelle varie trasmissioni televisive normalmente dicendo l'uno la cosa opposta dell'altro. Non sono forse stati loro, i gloriosi membri del comitato scientifico, ad avere scritto i protocolli con cui dovevano aprire le varie attività produttive dal maggio scorso? Grazie ai loro diktat sono state rifatte sale di ristoranti, bar, pub, saloni dei parrucchieri e barberie, locali dei centri estetici, attrezzature delle palestre e dei centri sportivi. Chi le gestiva si è indebitato, magari chiedendo i prestiti garantiti dallo stato, per fare i nuovi investimenti, ha anticipato talvolta la cassa integrazione che non arrivava mai ai propri dipendenti per tentare una scommessa coraggiosa dopo tutto quello che era accaduto: riaprire e ripartire. Ora cosa dite loro, che quei soldi li hanno buttati via e che i membri del comitato tecnico e scientifico avevano sbagliato le loro valutazioni, e li chiudete? Ecco, questa è la ragione principale per cui signori del governo e signori governatori delle Regioni non dovete azzardarvi a fare un passo così. E in ogni caso prima di imboccare quella strada dovete chiudere tutti i comitati tecnici e scientifici dando un bel calcio nel sedere a ogni professore.

Io credo che questo sia il principale problema di un governo dove qualcuno di buona volontà ancora c'è, ma conta poco perché tutti si sono consegnati in mano a questa ipotetica “scienza”, che ha dimostrato di sapere nulla del virus e ancora meno della vita pratica di ogni giorno. Pensate un po', sono gli stessi che vi hanno fatto tuffare nel grottesco drammone dei banchi monoposto per riaprire la scuola. Quelli che vi spiegavano che bisognava mettere ogni bimbo su quel banchi mantenendo “un metro di distanza dalle rime buccali” dell'alunno più vicino. Splendida immagine per congressi scientifici, con il solo difetto che in una classe non siedono statue d marmo, ma bimbi in carne ed ossa che respirano, si muovono, sbuffano, ridono, passano le penne all'amico e non stanno lì con il metro a calcolare le “distanze dalle rime buccali”. Così anche loro si contagiano, poco o tanto non sappiamo. Ma vediamo i numeri di chi è oggi in isolamento o quarantena in attesa del fatidico tampone, e a centinaia di migliaia sono causati da quella scuola con le sue “rime buccali”.

Nessuno spiega un fico secco, perché i cittadini debbono essere pecoroni che è meglio spaventare un po', così obbediscono meglio. Perché anche sulle mascherine prima di obbligare tutti ad indossarle dentro e fuori, qualche parola in più avrebbero potuto spenderla. Quelle chirurgiche come le famose Ffp2 e Ffp3 si usano da decenni in Sanità, non erano oggetti misteriosi inventati per il coronavirus. A febbraio l'Oms e con lui il nostro istituto superiore di sanità, il ministro Roberto Speranza e perfino il premier Conte ci hanno detto, illustrandolo in volantini e infografiche che ancora sono lì, che le mascherine non dovevano essere usate se non dai contagiati e da chi aveva a che fare con loro e che quelle chirurgiche (figurarsi quelle di comunità di stoffa o altro materiale) non difendevano nessuno dal coronavirus, ma facevano un po' barriera se le portava chi era già malato e in quel modo starnutendo e tossendo filtrava le goccioline del virus evitando di farne arrivare troppe a chi stava intorno. All'improvviso quelle stesse mascherine sono diventate fondamentali da indossare tutti per difenderci dal virus. Perché? Hanno avuto una mutazione chimica? Sono diventate improvvisamente resistenti ai virus dopo decenni? Sinceramente penso di no, e a dimostrarlo sono proprio i nostri politici. Alla Camera le indossavano tutti, mantenendo pure le distanze, alla riunione dei capigruppo. E in pochissimi giorni (assai meno di quelli che dicono gli scienziati) hanno scoperto che quasi tutti grazie a quella riunione si sono contagiati. Le mascherine non sono dunque servite a proteggerli per nulla. Ci spiegate perchè? E perché allora dovremmo girare tutti bendati con uno straccetto inutile?

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