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Lettera150: eliminare il doppio tampone non basta. Va rivista la quarantena anche per i malati

Eliminare il doppio tampone non basta. Va rivista la quarantena anche per i malati Covid-19. A sostenerlo una nota di Lettera150, think tank che riunisce circa 250 accademici di diverse discipline.

Il Ministero della Salute, sulla base delle ultime indicazioni del Cts, si accinge finalmente a rivedere la politica per il termine dell’isolamento domiciliare nei pazienti affetti da Covid-19. Ma non basta, si legge nella nota. “Eliminare il secondo tampone positivo e prevedere una quarantena di 10 giorni rispetto agli attuali 14 per chi è entrato a contatto con un malato, ma risulta negativo al test – quanto si accinge a definire la Salute- è una soluzione parziale. Che non tiene conto delle evidenze scientifiche e delle Linee guida dell’OMS”. A dirlo Lettera150, il think tank che riunisce circa 250 accademici di diverse discipline, che già nelle scorse settimane aveva evidenziato l’inutilità del doppio tampone negativo e di un periodo di quarantena di 14 giorni, che nella prassi veniva poi prolungato anche in modo abnorme per la mancanza di test in numero adeguato. “La quarantena deve essere rivista anche per chi risulta positivo al Covid-19, altrimenti si rischia, come già accade, di tenere migliaia di persone bloccate senza che questo sia utile ai fini della prevenzione del diffondersi del contagio”, dicono gli esperti. L’Oms raccomanda per le persone sintomatiche un periodo di quarantena di 10 giorni dopo l’inizio dei sintomi, piu’ almeno 3 giorni senza sintomi (incluso assenza di febbre e di sintomi respiratori); per le persone asintomatiche: 10 giorni dopo la positivita’ al tampone per SARS-CoV-2. Le indicazioni OMS sono supportate sia dal Center of Desease Control di Atlanta, sia da quanto viene applicato nei principali Paesi europei.

  

La policy del Ministero della Salute, che non ha recepito le raccomandazioni emesse a giugno dall’Oms, rischia anche di scoraggiare le persone, sintomatiche e non, a sottoporsi a test diagnostici vista l’impossibilta’ di preventivare ragionevolmente una fine dell’isolamento domiciliare. Infatti il test mediante tampone RT-PCR per SARS-CoV-2 RNA puo’ rilevare ed amplificare particelle di materiale genetico del virus anche a distanza di notevole tempo dalla fine dell’infezione attiva. Questo comporta che possano risultare positivi soggetti che non sono piu’ ne’ malati ne’ contagiosi”.