dopo l'udienza

Gregoretti, parla l'avvocato Giulia Bongiorno: c'è un errore di traduzione, il processo a Salvini basato sul nulla

"Secondo il Tribunale dei ministri Salvini avrebbe dovuto nell'immediatezza indicare un porto alla Gregoretti. Noi abbiamo documentato che c'è un errore di traduzione dall'inglese: il termine che loro indicano come immediatezza è invece until, che tutto è tranne immediatezza. La normativa europea parla di flessibilità e ragionevolezza, non esiste obbligo di sbarco immediato. Abbiamo anche sottolineato che la scelta di far attendere prima di sbarcare i migranti si inseriva in un ambito previsto nel contratto di governo e dalle norme Ue. La procedura prevedeva prima la ridistribuzione e poi lo sbarco. Salvini attendeva che fosse rispettata la procedura già prevista dal Consiglio d'Europa, e che sussiste tuttora". A parlare dopo la prima udienza sul processo a Matteo Salvini è l'avvocato Giulia Bongiorno, che assiste il leader della Lega a Catania sul caso Gregoretti.

  

Poi la Bongiorno ha ribadito che la procedura che è stata utilizzata per la Gregoretti non è stata un’iniziativa estemporanea di Salvini: “Non era impazzito, la scelta di attendere prima di far sbarcare i migranti si inseriva nell’ambito di una procedura prevista nel contratto di governo e nel consiglio europeo del 18 giugno 2018. In particolare abbiamo segnalato che il tribunale sbaglia a ritenere l’attesa una scelta di Salvini finalizzata al sequestro, a riguardo abbiamo un testimone estremamente chiaro”.