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Detenuti in permesso per andare in tv

Francesco Storace
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Rieducare il detenuto in maniera creativa. A Rebibbia corsi per il pugilato, in tante carceri il reddito di cittadinanza. Ora pure i divi televisivi a Marassi: non c’è dubbio, il pianeta prigione è sempre più sorprendente. Quanto è accaduto in Liguria lascia a bocca aperta. In quattro, in piena notte, sono usciti per fortuna senza evadere dal carcere ligure. Fine pena 2027 e per non morire di noia si sono fatti accompagnare da agenti di polizia penitenziaria increduli fino a Roma. Mica solo il politico ha la scorta!

Destinazione Rebibbia. Non per essere trasferiti nel carcere della città eterna, ma soggiornare a causa della partecipazione alla trasmissione Sky Italia’s got talent. Prima o poi qualcuno ci spiegherà come ci siano riusciti. Magari quei detenuti se ci riescono - avranno sognato - vivranno l’avventura di incontrare anche gli occhi e l’avvenenza di Federica Pellegrini, impegnata nel casting del programma come giudice. Meglio lei che quelli togati, sospireranno i galeotti. Probabilmente lei li eviterebbe volentieri, vista la sfilza di reati che quei signori di Marassi vantano nel curriculum penale: dalla truffa, all’omicidio, lesioni, produzione e traffico di stupefacenti. Indubbiamente, dei talenti nel settore criminale, si diranno a Cinecittà.

Tutto questo accade in sfregio ad una pubblica opinione che stenta a comprendere che cosa accade dalle parti del ministero di Alfonso Bonafede. Non bastavano le scarcerazioni dei mafiosi e lo scontro al calor bianco con Massimo Giletti sul giudice Nino Di Matteo. Non hanno nemmeno pensato, dalle parti del ministero, che in tempi di Covid non è il massimo esporre la stessa polizia penitenziaria - partita per Roma con i detenuti addirittura alle 4 del mattino - ai rischi di salute. Nel Lazio - sottolinea Fabio Pagani della Uil penitenziaria della Liguria - «si registra un’impennata preoccupante di contagi e i nostri uomini devono accompagnare i reclusi ad una trasmissione tv». I rappresentanti della penitenziaria parlano giustamente di un’idea scellerata. Ma davvero bisogna andare nelle carceri a caccia di talenti? È questa la nuova linea del governo in materia? Quanto costa la gita?

 

 

Ovviamente Bonafede non si può illudere che tutto questo possa passare sotto silenzio e dovrà risponderne in Parlamento. Anche perché voce all’indignazione per quanto accaduto è stata manifestata da Matteo Salvini: «Ma dove siamo arrivati?!? - dice il segretario della Lega - Subito interrogazioni parlamentari della Lega al ministro per chiarire questa vicenda scellerata e vergognosa, un insulto ai poliziotti e a tutti gli italiani».
Una vicenda che rischia di dipingerci come una specie di paese dei balocchi dove può succedere qualunque cosa. In effetti è un po’ curioso che mentre lo stesso Salvini va a processo per un "reato" che molti reputano inventato, ci siano detenuti con reati veri e gravissimi alle spalle che se ne vanno in giro per l’Italia a cercare popolarità televisiva.

A proposito di follie nelle carceri, la vicenda dei detenuti-celebrità fa il paio con quella dei pugili di Rebibbia. Parte tra qualche ora un corso di tre giorni per reclusi del carcere romano. Così magari impareranno ancora meglio a pestare gli agenti della polizia penitenziaria. Occorre trovare qualcuno in grado di svegliare il ministro Bonafede. Le cifre del sindacato Sappe sono eloquenti: «Siamo passati dalle 378 aggressioni agli agenti del primo semestre 2019 ai 502 del successivo semestre, dai 737 ai 1.119 telefonini rinvenuti e sequestrati ai detenuti, dalle 477 minacce-violenze-ingiurie alle 546, dalle 3.819 alle 4.179 manifestazioni di protesta». Ora aggiorniamo pure la capacità di menare le mani...

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