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Il dibattito sul centrodestra. Bechis alla Carfagna: diamo fiducia a Salvini e Meloni. Ma devono lavorare insieme

Franco Bechis
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Ringrazio l'onorevole Carfagna per questa sua lettera che è piena di opinioni discutibili come tutte, ma intelligenti e finalmente concrete. Leggo anche lo scetticismo finale, ma sono convinto che qui si sbagli: è riduttivo pensare a Matteo Salvini e Giorgia Meloni come leader in grado solo di organizzare e suonare marce militari.

 

Entrambi sono cresciuti molto in questi anni, hanno acquisito. La Carfagna infila nel menù del centrodestra molte proposte concrete in poche righe, una anche suggestiva come quella dell'utilizzo del Mes per pagare la Sanità consentendo la sospensione temporanea dell'Irap e quindi la riduzione a termine del cuneo fiscale per le imprese. Di fatto è stato il principale sollievo che hanno avuto questo anno dagli interventi del governo in carica (e darà qualche sollievo ai bilanci 2020 delle imprese), e mi sembra una buona idea su cui discutere. È un esempio certo, come quello sulla No tax area sul Mezzogiorno che può essere più o meno efficace visti i precedenti storici. Così come tutti gli altri interventi possibili tratteggiati dalla Carfagna in modo sintetico. Si può discutere che siano utili o meno o citare altre proposte ritenendole più urgenti e prioritarie. Ma è questa la strada che secondo me dovrebbe battere il centrodestra, andando un po’ oltre ai sì (quasi mai) o ai no tradizionali di una opposizione ora al governo nazionale ora al governo d'Europa. Possiamo discutere anche di questo, e personalmente a differenza della Carfagna penso che il tema non sia rompere con questo o quel Paese (con cui si potrebbero invece costruire assi comuni su alcuni temi), ma provare a costruire rapporti non belligeranti anche su singoli dossier con altri paesi del gruppo che conta, senza velo ideologico.

 

Il centrodestra italiano non può essere considerato una sciagura da evitare da tutte le altre cancellerie più rilevanti d'Europa. Magari si può trovare una sponda tedesca su alcuni dossier, o dell'Europa mediterranea su altri, giocando a tutto campo e non risultando più i paria del vecchio Continente. Questo atteggiamento non priverà nessuno della libertà di opporsi a quello che si ritiene ingiusto o della possibilità di difendere gli interessi nazionali. Ma si difendono di più parlando con tutti e non mettendosi nella condizione di trovarsi sempre un muro davanti. 

C'è anche un altro tema da guardare in faccia senza nascondersi gli errori. Qui stiamo parlando di centrodestra, ma esiste o è ancora tutto da costruire? Sinceramente quel che è avvenuto con la formazione del governo gialloverde, con la sua crisi improvvisa e perfino dopo che tutti si sono trovati all'opposizione non ha dato l'impressione di trovarsi di fronte a una coalizione con una leadership. C'era un leader forte, Salvini. Della Lega. Oggi meno forte ed è cresciuta tantissimo la Meloni. Leader di Fratelli di Italia. Insieme si trovano per organizzare qualche corteo di protesta o quando non se ne può fare proprio a meno per trovare candidati comuni alle elezioni amministrative, salvo poi disconoscerli se le cose vanno male. Se oggi dovessi dire quale è la linea del centrodestra (no a parte), sarei in difficoltà. Quel passo avanti serve, perché lo faranno gli avversari politici. Già stanno insieme al governo e quel sistema di potere che sembrava fragilissimo lo è sempre meno anche nutrendosi del potere stesso. Lo schema politico è quello di sempre: la gioiosa macchina da guerra di Achille Ochetto, l'Ulivo o l'Unione di Romano Prodi, l'idea del caravanserraglio: tutti dentro contro il pericolo di destra. Di fatto una sinistra morente si è già rianimata in questo modo iniziando ad assorbire il Movimento 5 stelle che finirà di papparsi del tutto nel carrozzone rosso di sempre. Sono scalcagnati? Sì. Ma tutt'altro che da sottovalutare perché nel potere bazzicano come nessun altro. Se di fronte si troveranno piccoli o grandi leader che procederanno confusi e sparpagliati, la spallata non riuscirà. Non c'è molto tempo da perdere. Da parte nostra pur piccoli e insignificanti possiamo offrire alla costruzione di una vera casa comune le pagine di questo giornale. Liete di ospitare chiunque vorrà mettere un piccolo mattone su questa strada, come ha fatto oggi la Carfagna

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