voti a confronto
Zaia vale quanto la Meloni, De Luca spaventa Grillo: ecco la verità sul "peso" elettorale dei governatori
Sono stati i protagonisti indiscussi della campagna elettorale appena conclusa. I "supergovernatori" uscenti, popolarissimi in questi mesi di lotta al Covid, hanno fatto sentire tutto il proprio peso nelle urne e sono stati rieletti con veri e propri plebisciti.
Ma il loro successo è esportabile a livello nazionale. Qualche risposta la si può trarre dall'esame dell'andamento delle loro liste personali. E la sorpresa è enorme. Perché i voti raccolti in una sola regione spesso sono sufficienti a "spaventare" il bottino ottenuto da partiti nazionali.
Il caso scuola è ovviamente Luca Zaia. La lista personale del "doge" veneto ha abbattuto ogni record e si è stagliata, nella regione, intorno al 45% dei cosensi. Ma come si traduce questo in termini assoluti? Ebbene, la lista Zaia è arrivata alla bellezza di 916mila voti. Tanti o pochi? Tantissimi: vediamo perché. Innanzitutto una premessa: un partito nazionale per raggiungere il quorum del 3% ed essere sicuro di entrare in Parlamento dovrebbe raccogliere circa un milione di voti. A Zaia, nel solo Veneto, ne mancherebbero quindi appena 84mila. Praticamente, il governatore da solo e nel solo Veneto vale già più di quanto i sondaggi attribuiscono a livello nazionale a "partitini" come Azione di Carlo Calenda, +Europa o Sinistra italiana.
Non solo. La lista del governatore veneto ha raccolto in queste Regionali praticamente gli stessi voti ottenuti in sei regioni diverse da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che si staglia a 951mila preferenze. Certo, è impossibile sapere quanti di questi voti siano realmente di Zaia a quanti, in assenza della sua lista, avrebbero comunque votato per la Lega. Ma il dato resta impressionante.
Significativo anche il successo di Vincenzo De Luca, che con la sua lista personale in Campania ha ottenuto 313.666 preferenze. Anche in questo caso l'aspetto più interessante è il confronto con gli altri partiti. De Luca, nella sola Campania, vale di più di Italia Viva nelle sei Regioni in cui si è votato. Il partito di Renzi, infatti, si ferma a 311.486 voti. Non finisce qui, perché l'uomo del lanciafiamme ha la metà dei voti totali del Movimento 5 stelle a livello nazionale. Dev'essere una grande soddisfazione, vista la guerra che da sempre i grillini gli hanno condotto.
E ancora: Michele Emiliano in Puglia di liste personali ne schierava addirittura tre. Tutte insieme hanno preso 253mila voti, non lontanissime insomma dal risultato del "vicino" De Luca. E Giovanni Toti, infine, fa storia a sé, perché la sua "Cambiamo!" è in realtà già un partito nazionale. Che, nella sola Liguria, è stato in grado di raccogliere 141mila voti.
Se, per assurdo, si volessero calibrare i consensi espressi domenica in una sorta di competizione nazionale, i risultati sarebbero sorprendenti. Dietro Pd (19,46%), Lega (13,6%) e Fratelli d'Italia (10,43%) ci sarebbe subito la super lista di Zaia (10,03%) . Insomma, altro che leader della Lega: il Doge può puntare alla presidenza del Consiglio!