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Regionali, finisce tre pari. M5s aggrappati al referendum

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Tre a tre e tutti a casa. Dopo i «pronostici plumbei», al triplice fischio Nicola Zingaretti agguanta un pareggio che sa di vittoria. Il centrodestra tiene Veneto e Liguria e conquista le Marche. Il centrosinistra, oltre alla sicura Campania, riesce a tenere anche Puglia e Toscana, regioni considerate in bilico fino all’ultimo. Il M5S di fatto non gioca la partita Regionali e si aggrappa al risultato referendario per rivendicare un trofeo «storico».
Eugenio Giani conquista la Toscana, data in bilico fino alla fine. Il candidato del centrosinistra, secondo i primi dati, diventa governatore con il 48% dei consensi, mentre Susanna Ceccardi, nome del centrodestra, si ferma al 40%. Chiude intorno al 6% il M5S con Irene Galletti.
Michele Emiliano conserva la Puglia, ottenendo - a spoglio ancora in corso - oltre il 46% dei consensi e staccando il candidato del centrodestra Raffaele Fitto, di poco sotto il 40%. Terza Antonella Laricchia, candidata del M5S vicina alla doppia cifra. In Veneto stravince Luca Zaia, che - stando alle prime schede scrutinate - va oltre il 76% dei voti, con un consenso personale che praticamente triplica quelli portati a casa dalla Lega. Si ferma poco sopra il 16% il candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni. Poco sopra il 3% il pentastellato Enrico Cappelletti. In Campania risponde Vincenzo De Luca che i primi dati scrutinati attestano sopra il 65%. Debacle per Stefano Caldoro, nome scelto dal centrodestra, dato poco sopra il 16% a sole due lunghezze dalla candidata pentastellata Valeria Ciarambino.

Giovanni Toti, a cinque anni dalla sua prima elezione a presidente della Liguria, viene riconfermato governatore. I primi dati a disposizione lo danno intorno al 55%. Si ferma in zona 40% Ferruccio Sansa, unico candidato comune tra Pd e M5S. Inchiodato intorno al 2% Aristide Massardo, nome scelto da Italia viva. Passano dal centrosinistra al centrodestra le Marche. Francesco Acquaroli è dato intorno al 64%, mentre il candidato Pd Maurizio Mangialardi si ferma intorno al 50%. Intorno all’11% il pentastellato Gian Mario Mencorelli. 

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