assalto al recovery fund

Conte tira il pacco all'Europa

Filippo Caleri

Un sondaggione lungo 5 anni per monitorare e analizzare il grado di soddisfazione del cittadino nei confronti dei servizi della Pubblica Amministrazione. Costo: 500 milioni di euro. A carico dell’Unione Europea ovviamente. Nella bozza della lista dei circa 600 progetti che saranno presentati a Bruxelles per usare i soldi del Recovery (e che Il Tempo ha potuto consultare) non mancano oltre ai macroprogetti smart, green e hi-tech anche quelli poco comprensibili in termini di rilancio economico. Ma che sono la spia che il vizietto italiano di assaltare la diligenza dei soldi pubblici, nonostante i richiami di olandesi e popoli del Nord, sia sempre dietro l’angolo.

Così spulciando tra le righe dell’elenco si scopre che mezzo miliardo di euro è richiesto dal ministero della Pubblica amministrazione per misurare la soddisfazione dei cittadini controllando sia la reputation sia il sentiment dell’utente, individuando i diversi gradienti di criticità con la creazione di un sistema strutturato di raccolta e analisi dei feedback e il coinvolgimento di figure come i data analyst». Insomma a spanne pare la riedizione hi-tech delle faccine che Renato Brunetta, quando era ministro della pubblica amministrazione mise dinnanzi agli sportelli pubblici a contatto con i cittadini. Un metodo più artigianale ma sicuramente meno costoso.

  

 

Ma a spulciare tra le righe il sondaggione nello Stato non è l’unica richiesta infilata per sfilare qualche soldo all’Europa. Tra le più singolari spunta, infatti, la proposta per una sorta di «navigator digitali». Per costituirli la richiesta del ministero dell’innovazione tecnologica è di 35 milioni di euro da destinare ai giovani volontari del servizio civile. La proposta ha infatti l’obiettivo di attivarne nel triennio circa 5000 e almeno 100 enti per servizi di cui usufruiranno circa un milione di cittadini. «Un servizio di facilitazione digitale che ha come obiettivo il supporto e l’agevolazione del cittadino nell’uso delle tecnologie informatiche e nell’accompagnamento all’utilizzo dei servizi pubblici digitali. Durante gli appuntamenti tutte le attività, incluso l'accesso a Internet, si svolgono in presenza e con l'assistenza di almeno un facilitatore, che collabora all’individuazione delle esigenze del cittadino, fornendo supporto ed orientandone l'attività». In ottica smart working, è precisato, la stessa attività potrà essere svolta anche in remoto, tramite telefono o con altri strumenti funzionali all’obiettivo, come ad esempio la messaggeria istantanea. Con il corollario che, chi è a digiuno di informatica, potrà così anche esercitarsi.

Tra le richieste che arriveranno a Palazzo Chigi e dovranno essere vagliate dal Parlamento prima dell’invio a Bruxelles c’è anche la chicca legata alla ripresa del turismo nell’epoca del post-Covid. Con un velo di nostalgia la Farnesina ha richiesto 22,4 milioni di euro in tre anni per un’iniziativa intitolata Turismo delle radici. Riguarda gli «italo-discendenti» nel mondo che rappresentano un segmento turistico dalle enormi potenzialità per l’Italia. Sono interessati alla riscoperta dei piccoli borghi da cui provenivano i loro antenati, generalmente situati in territori che non rientrano nei circuiti del turismo di massa. Generano un turismo sostenibile e una domanda internazionale che utilizza le infrastrutture tutto l’anno. Non è chiaro se si tratterà di promozione o di viaggi premio. E sempre nell’ottica ludica rientra la proposta del ministro del Sud per la realizzazione di un acquario green nel porto di Taranto. Costo: 50 milioni in sei anni. Obiettivo: incentivare la creazione di posti di lavoro e restituire all’area un valore socio-ambientale, produttivo e turistico. Se se ne accorge Rutte!