senza vergogna
Delitto Willy, usano i morti contro la destra: "È colpa del fascismo"
La sinistra ogni volta che commenta un atto di violenza si abbandona ad analisi sociologiche dozzinali, accusando l'area politico-culturale di destra di essere il terreno in cui si semina odio e intolleranza. Così il Sottosegretario del Pd Alessia Morani sui social: «L'omicidio di Willy Monteiro a Colleferro è il frutto avvelenato di tutto quell'odio che viene dalla destra». La Morani aggiunge su Fb: «E poi c'è quella destra italiana che da anni fa solo propaganda di odio nei confronti degli immigrati che denunciamo da troppo tempo inascoltati».
Non si è lasciata attendere la reazione di Fratelli d'Italia che ha diramato un comunicato alle agenzie di stampa sulla volontà di querelare per diffamazione l'esponente del governo:«Tra le numerose falsità diffuse dal Sottosegretario la presunta candidatura a Fondi (LT) tra le fila di FdI di un estremista candidato in altra lista e la diffusione di falsi profili Facebook di presunti simpatizzanti di FdI inneggianti alla morte del giovane Willy Monteiro Duarte. Risulta di estrema gravità che un membro del Governo diffonda falsità e menzogne ai danni delle forze di opposizione. Il movimento politico Fratelli d’Italia si trova costretto a tutelare la propria immagine in sede giudiziaria».
Chi interviene nella tragedia di Colleferro o in analoghi fatti di cronaca, falsificando la realtà, nel tentativo di ricavare una strumentalizzazione politica dell'accaduto è uno sciacallo che specula su agghiaccianti fenomeni criminali. Screditare le opposizioni stabilendo mendaci correlazioni fra un omicidio e le forze politiche di destra è un atto di grave irresponsabilità, sia perché si punta l'indice ammonitorio su realtà estranea alla violenza sia per gli effetti destabilizzanti sulla pacificazione del confronto politico. Additare la destra come mandante morale di un assassinio potrebbe generare in ambienti eversivi la reazione a fare "giustizia" in nome di un presunto antifascismo.
Intanto, il leader della Lega Matteo Salvini è stato aggredito durante il suo tour elettorale in Toscana. A Pontassieve, in provincia di Firenze, durante un’iniziativa politica per le elezioni regionali, una donna di origine africana si è avvicinata al leader del Carroccio, invocando punizioni soprannaturali («Io ti maledico»), strappandogli la collana del rosario e sbrindellandogli la camicia. Esempio di odio empirico, su cui la sinistra tace, di cui la destra è vittima e non provocatrice.
Sempre in Toscana un ristoratore è stato costretto a disdire un evento con la Lega dopo aver ricevuto minacce e insulti. Un clima di insopportabile intolleranza che la sinistra dovrebbe placare anziché eccitare. La responsabilità, soprattutto da parte di chi sta al governo, dovrebbe agire per disintossicare il clima politico da quel livore fazioso che ci rimanda ai tempi in cui Berlusconi veniva bersagliato dai chierici del giacobinismo come nemico della democrazia. Tanto che nel 2009, al termine di un comizio, il premier e leader di Forza Italia venne aggredito e ferito al volto con una statuetta raffigurante il Duomo. La Morani dovrebbe chiedere scusa alla famiglia del povero Willy per averlo trascinato nella bassezza della contingenza politica, nel tentativo di conferire un'etichetta ideologica agli autori dell'abietto crimine, e dimostrare un minimo di onestà intellettuale nella ricognizione degli atti di violenza perpetuati contro gli esponenti della destra.