interrogazione in consiglio
"D’Amato riferisca in Aula". La Lega vuole vederci chiaro
Alessio D’Amato dovrà chiarire al Consiglio Regionale del Lazio il finanziamento regionale alla Fondazione Italia-Amazzonia Onlus e l’uso che ne è stato fatto. A chiedere spiegazioni all’assessore regionale alla Sanità è il gruppo consiliare della Lega, che, sul caso sollevato da Il Tempo, ha presentato un’interrogazione alla Pisana a firma del capogruppo Orlando Angelo Tripodi. Non solo. Tripodi ha anche chiesto la convocazione di un’audizione urgente al Comitato regionale di controllo contabile (organismo guidato dall’opposizione il cui presidente è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Righini) e alla commissione Bilancio presieduta dal Dem Fabio Refrigeri.
«Si chiede un’audizione urgente - si legge nella richiesta - alla presenza dell'assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, all’epoca dei fatti consigliere regionale del Lazio, vicepresidente e poi presidente onorario della Fondazione Italia-Amazzonia Onlus e contemporaneamente dell’associazione Rosso-Verde, per chiarire il caso del finanziamento regionale di 275mila euro alla Fondazione Italia-Amazzonia Onlus, di cui ha beneficiato l’associazione Rosso-Verde, finito all’attenzione della Corte dei conti del Lazio». Il capogruppo leghista, nel chiedere l’audizione, si rifà al comma 2 dell’articolo 24 del Regolamento del Consiglio regionale, che impone al presidente di convocare la commissione entro dieci giorni dalla richiesta qualora quest’ultima provenga da un quinto dei componenti o dal presidente di un gruppo consiliare. Come in questo caso.
Entro dieci giorni, quindi, D’Amato dovrà essere convocato sia in commissione Bilancio sia dinanzi al Comitato di controllo contabile della Pisana per spiegare quale uso la Fondazione Italia-Amazzonia Onlus ha fatto dei 275mila euro ricevuti nel 2005 e nel 2006 dall’amministrazione regionale.
L’assessore regionale alla Sanità dovrà però rispondere anche a un’interrogazione presentata dal capogruppo della Lega al presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini. «I fatti - si legge nell’interrogazione di Tripodi - risalgono al 2005-2006, quando D’Amato era consigliere regionale del Lazio» e per il quale la procura della Corte dei conti del Lazio ipotizza un danno erariale da 275mila euro relativo ai «fondi che annualmente venivano stanziati dalla Regione Lazio per la realizzazione di opere pubbliche e iniziative di carattere sociosanitario, culturale e sportivo». I finanziamenti nel mirino della magistratura contabile - ricorda l’interrogazione - sono due: «uno da un milione di euro per il progetto "Casa dei popoli e della solidarietà (mai erogato secondo quanto riportato da Il Tempo) e uno da 275mila euro (interamente erogato) per il progetto "iniziative di conoscenza, solidarietà e difesa della cultura delle popolazioni Indio-Amazzoniche"».
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Tripodi chiede al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità D’Amato «se corrisponde al vero quanto riportato dalla stampa, fornendo la rendicontazione del progetto finito nell’occhio del ciclone della magistratura, oltre a specificare se sia volontà della Giunta regionale di vietare, in occasione del collegato o con una proposta di legge ad hoc, qualsiasi tipo di finanziamento a società, associazioni, fondazioni o cooperative nelle cui cariche siano presenti consiglieri e assessori regionali».
Per Tripodi, «tale scandalo sta creando un grosso clamore mediatico, arrecando danno all’immagine della Regione Lazio e del Consiglio regionale, già finiti nell’occhio del ciclone recentemente con le spese pazze dei gruppi consiliari, in cui sono coinvolti ancora molti consiglieri del Pd della legislatura 2010-2013». Per la Lega la legislazione del Lazio è «carente di una norma che vieti l’erogazione di finanziamenti a società, fondazioni, associazioni o cooperative nelle cui cariche siano presenti consiglieri e assessori regionali».
Nel testo dell’interrogazione si ricorda come sul caso la Procura di Roma abbia avviato un’inchiesta sfociata, il 4 febbraio 2011, nel rinvio a giudizio per truffa dinanzi al Tribunale di Roma di D’Amato e di suoi tre collaboratori (Egidio Schiavetti, funzionario regionale e attuale suo caposegreteria e all’epoca caposegreteria sia della Fondazione sia dell’Associazione, Barbara Concutelli e Simona Sinibaldi rispettivamente presidente e addetta alla segreteria della Onlus nonché tra i fondatori dell’Associazione Rosso-Verde). Il primo giugno 2012 la Regione Lazio si era costituita parte civile nel procedimento, successivamente estinto per intercorsa prescrizione il 2 febbraio 2016. Tripodi ricorda come la stessa Regione «pur essendo perfettamente a conoscenza del pregiudizio patrimoniale subito e pur non essendoci stati un proscioglimento nel merito, non ha intrapreso alcuna iniziativa legale sul fronte civile per recuperare i soldi».
«Per la Procura della Repubblica di Roma - spiega il capogruppo leghista - si trattava di truffa, anche se il processo è finito in prescrizione. Invece la Procura della Corte dei conti ha tempo fino a febbraio 2021 per decidere se notificare a D’Amato e agli altri un invito a dedurre, ossia un avviso di garanzia, o se archiviare il procedimento».
Nel frattempo l’assessore alla Sanità dovrà spiegare all’Aula del Consiglio regionale, alla commissione Bilancio e al Comitato di controllo contabile come sono stati impiegati quei 275mila euro assegnati nel 2005-2006 dalla Regione alla Fondazione Italia-Amazzonia. Perché, al di là dell’inchiesta contabile, ormai la questione è divenuta politica e rischia, dopo il caso delle «mascherine fantasma», di travolgere la giunta Zingaretti