riapre il parlamento
Conflitto d'interessi, omofobia e Mes. Nella maggioranza ricomincia il caos
Riaprono i battenti le aule di Camera e Senato, anticipate la settimana scorsa dalle sole commissioni parlamentari. A tener banco, ovviamente, sarà anzitutto l’emergenza Covid: a Palazzo Madama si attendono le comunicazioni dell’esecutivo sui provvedimenti di contenimento del virus. Inizialmente si era pensato ad un intervento del premier Giuseppe Conte, ma alla fine verrà un ministro, forse lo stesso titolare della Salute, Roberto Speranza. Sempre al Senato, martedì alle 15, è convocata la conferenza dei capigruppo. Quindi, alle 16.30, l’aula esaminerà il dl Semplificazioni, in scadenza il 14 settembre. Alla Camera invece, già da lunedì pomeriggio, si discute del decreto che proroga l’emergenza coronavirus fino al 15 ottobre.
Capitolo Europa. Martedì prossimo, a Montecitorio, le commissioni Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato ascolteranno in videoconferenza Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’economia. L’obiettivo è individuare le priorità nell’utilizzo del Recovery Fund. Ma la discussione, inevitabilmente, si potrebbe intrecciare con la possibilità di fare ricorso al Mes. Questa ipotesi, per il momento, non è formalmente nell’agenda parlamentare. Il premier Conte, comunque, ha sempre ribadito che vi sarà un passaggio parlamentare qualora il Governo decidesse di utilizzare il Fondo Salva Stati. Sulla legge elettorale, poi, il segretario dem Nicola Zingaretti spinge da tempo: vorrebbe che, già nei giorni precedenti al referendum del 20-21 settembre, arrivi un primo via libera per modificare l’attuale sistema. Non è semplice. Le cose diverranno forse più chiare già martedì pomeriggio nella commissione affari costituzionali di Montecitorio: si potrebbe adottare un testo base per un disegno di legge costituzionale per puntare ad un Senato eletto non più su base regionale ma circoscrizionale. Parallelamente, andrebbe discussa una proposta per arrivare ad una legge proporzionale con sbarramento al 5%.
Sullo sfondo restano i dossier rinviati prima che Senato e Camera andassero in ferie. Si tratta di dossier spinosi come il conflitto di interessi e le norme contro l’omofobia: per entrambi sono pronti i testi di base, rispettivamente di Giuseppe Brescia (M5S) e Alessandro Zan (Pd). Ma l’intesa dentro alla maggioranza non sembra solidissima, e si temono agguati dalle opposizioni. Tecnicamente pronti, ma politicamente delicati, sono anche i cambiamenti ai decreti sicurezza.