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Via i migranti dalla Sicilia, Musumeci tira dritto. È guerra aperta col Viminale

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È braccio di ferro sui migranti tra Regione Sicilia e il governo di Giuseppe Conte. L'ordinanza firmata questa notte dal governatore Nello Musumeci che prevede lo sgombero di tutti gli hotspot e dei centri di accoglienza presenti nell'isola, oltre al divieto per i migranti che sbarcano di sosta e passaggio, mette all'angolo l'esecutivo. L’ordinanza "interviene su una materia che non è di competenza della Regione, affrontando una questione di esclusiva competenza statale", è quanto trapela dal ministero dell'Interno che "sarebbe al lavoro giorno e notte per alleggerire la situazione di grave sovraffollamento nei centri di accoglienza dell’isola. Il Viminale comprende le difficoltà", aggiungono le stesse fonti, "e punta a risolvere in tempi rapidi l’emergenza, particolarmente complicata anche perché i migranti arrivano via mare, in una situazione di crisi resa ancora più difficile dall’epidemia di Covid-19".

 

Parole che non soddisfano Musumeci mentre la Sicilia è lasciata sola a gestire un'emergenza sbarchi resa ancora più difficile dai rischi legati alla pandemia di Covid.  "Il Viminale avrà tempo e modo per far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune. È chiaro che lo stesso faremo noi", ribatte il presidente della Regione siciliana  a Rainews24. "Ho grande rispetto per le competenze del Viminale e per i rapporti istituzionali in generale", tiene ad assicurare il governatore, ma "la competenza sanitaria in tempo di epidemia è del presidente della Regione. Io mi sono mosso solo in funzione di questa mia competenza, vedremo cosa deciderà la magistratura qualora la mia ordinanza dovesse essere impugnata".

 

"Rispetto per la Sicilia. Hotspot competenza dello Stato? Quindi anche la responsabilità... piuttosto che prendersela con le ordinanze, facciano sentire la loro voce in Europa. E facciano qualcosa...", rincara la dose su facebook Nello Musumeci su Facebook, rispondendo alle critiche ricevute e alla presa di posizione del Viminale sull’ordinanza firmata nella notte. "Tutti conoscono il mio rispetto per le istituzioni - continua - Ma pretendo lo stesso rispetto per la mia gente. Da Roma non abbiamo avuto altro che silenzi: sullo 'stato di emergenza' richiesto per Lampedusa due mesi fa, sui protocolli sanitari da applicare, sulle tendopoli da scongiurare, sui rimpatri che dovevano iniziare il 10 agosto e di cui non si parla più, sul ponte aereo per i negativi. Nulla. Solo silenzio. Il governo centrale è arrivato impreparato e non si è posto alcun problema sulla gestione di un numero enorme di sbarchi durante la pandemia". "E adesso il problema è diventato la mia ordinanza? Il ministro dice che è nulla? Quindi la responsabilità è loro. Bene, sono usciti allo scoperto! Ma io, a differenza di quelli che parlano e straparlano da casa, sono entrato nell’hotspot di Lampedusa. - sottolinea il Presidente della Regione Sicilia - E so bene che quelle strutture non sono adeguate sotto il profilo sanitario. Sono un rischio costante per i migranti e per chi ci lavora. Piuttosto che prendersela con me o con i siciliani, provino a fare sentire la loro voce in Europa e si diano un piano serio per tutelare gli italiani. Facciano qualcosa... o meglio facciano quello che non hanno ancora fatto! Noi andremo avanti". 

 

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