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La supercazzola di De Mita e la verità sul mancato accordo con Renzi

Carlantonio Solimene
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L'accordo tra Ciriaco De Mita e Matteo Renzi per creare una lista comune a sostegno della ricandidatura di Vincenzo De Luca alla guida della Campania è saltato. La rottura sarebbe avvenuta già nella notte tra il 14 e il 15 agosto, e a certificarla definitivamente è l'intervista rilasciata al Corriere della Sera dallo stesso De Mita.

L'ex leader della Dc, volendo smentire tout court la trattativa, di fatto la ammette. Quando il giornalista gli chiede come si spiega la genesi della vicenda, De Mita replica: "Qualche giorno fa è venuto a trovarmi un parlamentare che conosco, Ettore Rosato (il presidente nazionale di Italia viva, ndr). Iniziamo a parlare e a un certo punto Rosato mi dice, testualmente, 'Io da adesso faccio riferimento soltanto al pensiero popolare'. Visto che è la cosa che faccio da sempre anch'io, gli rispondo che è necessario aprire un dibattito pubblico su questa prospettiva".

Quindi la versione di De Mita è che il presidente nazionale del partito di Renzi, invece di godersi il mare, si sarebbe recato alla vigilia di Ferragosto - e a una decina di giorni dalla chiusura delle liste delle Regionali - in quel di Nusco (località incantevole, ma non proprio agevolissima da raggiungere) solo per dire che lui intende "far riferimento al pensiero popolare"... Insomma, se scusa dev'essere, De Mita poteva immaginarne un'altra più credibile...

Stando a quanto riferiscono i media locali la verità sarebbe un'altra. Ovvero che per sancire l'incestuosa alleanza l'ex leader della Dc avrebbe chiesto ai renziani di farsi promotori, in seno al governo, di un posto da sottosegretario al nipote prediletto, Giuseppe De Mita. Anche per blindarne la candidatura alle prossime Politiche. A quel punto i renziani, già poco entusiasti dell'intesa, si sarebbero sfilati.

Come che sia, archiviato l'accordo restano i problemi. Nel senso che Italia viva è terrorizzata dai sondaggi e la "Prospettiva popolare" di De Mita continua a essere a corto di candidati a Napoli e Caserta. Di fatti, starebbero lavorando ad alleanze con altre liste. Magari più affini alla storia politica dei leader...

P.S. Aggiornamento delle ore 11.49 del 17 agosto: Dopo la versione di De Mita arriva anche quella di Rosato. Che, letta l'intervista di Ciriaco in cui veniva chiamato in causa, commenta così: "L’onorevole De Mita mi ha cortesemente invitato a fare una riflessione insieme sul futuro del popolarismo, tema che mi è molto caro. E con un uomo che ha servito il Paese con grandi responsabilità è sempre un piacere dialogare sui massimi sistemi. Da questo poi l’onorevole De Mita ha evidentemente pensato che io potessi essere d’accordo a cambiare il simbolo della lista di Italiaviva perché anche lui e i suoi amici potessero candidarsi in Campania, ma noi siamo un’altra cosa. Sono interessato a discutere con de Mita di Sturzo e dell’impegno dei cristiani in politica, non a consegnargli le liste di Italia Viva di Avellino".

Rosato, per lo meno, ha la decenza di non negare l'esistenza della trattativa per la lista comune. La prossima volta, però, si abbia il buon gusto di non tirare in ballo i "dialoghi sul popolarismo" per giustificare manovre di assai più basso cabotaggio...

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