piovono avvisi di garanzia
Coronavirus, avvisi di garanzia per Conte e sei ministri: indagato mezzo governo
Eppure siamo proprio di fronte a Palazzo Chigi. Sarà pure che è la vigilia di Ferragosto, ma in piazza non c’è nessuno. Quelli che gridavano alla galera ad ogni avviso di garanzia preferiscono l’ombrellone e ignorano la tastiera. Non ci sono più i grillini di una volta. Hanno imparato che bisogna aspettare la nottata. Quelli di dopo come quelli di prima: il famoso cambiamento.
Il governo, il loro governo, finisce sotto inchiesta per la pandemia e l’unica distrazione che si possono concedere al computer è il voto sulla piattaforma Rousseau per far candidare Virginia Raggi. “Lasciateci lavorare”, sarà il massimo che potranno farsi scappare.
Per il resto solo ossequi al premier e ai potentissimi ministri finiti sul registro per gli indagati e prontamente riabilitati dalla Procura della Repubblica di Roma. Neanche il tempo di sapere che sono stati indagati e già sono innocenti. In blocco.
Nomi da brivido, non solo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede; il ministro degli esteri, Luigi Di Maio; il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri; il ministro della difesa, Lorenzo Guerini; il ministro dell’interno Luciana Lamorgese; e il ministro della salute, Roberto Speranza. Le denunce miravano a portar via una specie di Sacro collegio tipo quello del Marchese del Grillo, ma siccome loro so’ loro la retata è stata bloccata dall’archiviazione sollecitata dai pubblici ministeri di Roma. Poi dice che la giustizia è lenta.
Ma va? Il potere non si tocca? Le denunce relative alla gestione scriteriata dell’emergenza coronavirus non meritano processi. E se trasmettono gli atti (“dovuti”) al tribunale dei ministri è solo perché una procedura fastidiosa lo prevede. Mannaggia.
Una sfilza di accuse di reato liquidata come una pillola serale. Il codice penale elencato per articoli (110, 438, 452 e 589, 323, 283, 294), nessuno dei quali trova soddisfazione in Procura.
Epidemia colposa, l’attentato alle libertà dei cittadini, delitti colposi contro la salute, omicidio colposo, abuso d’ufficio, attentato contro la Costituzione: ma così tante ipotesi delittuose non meritano un approfondimento. Che diamine, non si disturbano i ministri. Chissà se la stessa parte la farà – per quel che le compete direttamente – la magistratura di Bergamo, che ha inviato i propri inquirenti ad ascoltare mezzo governo e l’intero comitato tecnico scientifico. Trentacinquemila morti e nessuno ne ha colpa. Non si sono fatte neppure tante autopsie ma non si deve sapere perché.
La cosa che più indigna è leggere che Giuseppe Conte continua a ripetere di non aver nulla da nascondere, quando tutta Italia ha assistito alla deprimente commedia della segretazione dei verbali del Cts. È la triste morale della storia, appunto “io so’ io”... L’amorale.
Comunque, è evidente che i magistrati avranno i loro buoni motivi per proporre l’archiviazione dei pezzi da novanta del governo rossogiallo. E nessuno di noi ha voglia di attaccarli neppure scomodando il metodo Palamara. Ma qualche dubbio ce lo lasciate in testa o va a finire che il reato lo commette chi non capisce che succede?
Perché in questa vicenda qualche punto da chiarire rimane. E sarà proprio il Tribunale dei ministri a doversene far carico. Del resto anche a Matteo Salvini capita di andare a processo per la nave Gregoretti e il “sequestro di persona” nonostante l’archiviazione proposta proprio dal pubblico ministero. E con quello che è successo con la pandemia si salvano invece Conte e i suoi prodi? Oppure l’arma giudiziaria vale solo contro l’opposizione? Istruttivo in democrazia…
E comunque in piazza continuano a non vedersi grillini urlanti. Anzi, applaudono. Non ci sono piddini che tirano monetine come ai vecchi tempi. Anzi, si fregano le mani.
Il nuovo grido di battaglia è omertà, omertà…