nervi tesi
Terremoto a 5 stelle: il big che si scaglia contro il bis della Raggi
Che la ricandidatura di Virginia Raggi non andasse già a molti esponenti del Movimento 5 stelle era noto. Ma nessuno aveva ancora deciso di protestare in via ufficiale. A rompere il silenzio, però, è ora un pezzo da novanta dell'universo grillino, quello Stefano Buffagni che rappresenta l'ala del nord e che si scaglia contro la possibilità che la deroga al tetto dei due mandati venga decisa da un voto "ferragostano" su Rousseau.
"Andrò controcorrente - scrive il sottosegretario allo Sviluppo economico - ricordando un grande uomo che questo sogno lo ha fondato: 'Ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli.' O si ha la forza e il coraggio di affrontare il futuro de Movimento con serietà, consapevoli degli errori e delle esperienze fatte, o si tratta solo della tecnica della 'rana bollita' che di volta in volta si usa a secondo della convenienza o dell’esigenza".
"Tema mandati o alleanze con i partiti non sono un argomento da votazione a Ferragosto, ma da Stati Generali!" insiste Buffagni. “Uno vale uno” non significa 'uno vale l’altro'. Esattamente come il tema della meritocrazia e della competenza che è sempre stato un nostro faro ma che spesso internamente è stato demonizzato; con la Pandemia e il grande lavoro del presidente Conte, però, la realtà dei fatti ci impone un cambio anche su questo. Proprio come avevamo promesso agli italiani. Ho tanti difetti, tanti limiti, faccio tanti errori e tanti peccati, ma credo che o si inizia a discutere seriamente di futuro del Movimento e del Paese, oppure è solo un revival di '10 piccoli indiani' di Agatha Christie. E mi auguro che nessuno dei miei amici del M5S voglia questo. Serve un cambio di passo, nel Movimento e nel Paese, altrimenti il rischio serio è di perdere la nostra identità che ci ha portato a convincere gli italiani a cambiare con la vecchia politica!".
"Lo dico da mesi, in particolare per territori che lamentano una carenza di rappresentanza, ma soprattutto di ascolto di temi e di esigenze. Siamo al governo per far le cose per le persone, per cambiare in meglio la nostra Italia e migliorare la vita dei cittadini, non per sopravvivere. Chi gioca per sopravvivere e non per crescere ed evolvere alla fine perde sempre, esattamente come accaduto nel Conte I" conclude Buffagni.
A livello locale aveva espresso contrarietà anche il consigliere comunale romano Enrico Stefàno: "Perché sono contrario ad un 'Raggi-Bis' (quantomeno con questo percorso)? Più in generale, prima di parlare di Raggi Bis, Tris, secondo, terzo e quarto mandato, mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione interna e un ampio dibattito per discutere di cosa a Roma ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi) e come evitare di ripeterli in futuro. Degli obiettivi raggiunti e quelli mancati. Tanto per dirne una da oltre due anni siamo senza Assessore ai Rifiuti... E, solo dopo questo percorso, decidere di passare oltre i due mandati attraverso una sana votazione, e ancora, soprattutto, scegliere il candidato sindaco attraverso le famose ’comunarie'" scrive su Facebook Stefàno.
"Quello che è mancato in questi anni - insiste - è stata una visione e idea di città, del ruolo al quale vuole aspirare la Capitale di un Paese del G7. E poi soprattutto basta, non se ne può più con questa retorica del passato, con questo vittimismo, con le manie di persecuzione. Basta con questo mito dell’onestà mentre il Presidente dell’Assemblea Capitolina sta a processo per corruzione. Ora, un’ultima preghiera. Dopo questo mio post, verrò tacciato nell’ordine di essere: Lombardiano, Renziano, Rettiliano ecc. Vi pregherei, a chi non la pensa come me (ci può stare non ritengo di avere la verità in tasca) di contestare quanto da me scritto nel merito, se possibile argomentando". Il dibattito è aperto.