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Clamoroso: il piano di Grillo e Sala che scavalca e fa infuriare Conte

Almeno tre incontri tra il comico e il sindaco. Con un occhio agli obiettivi digitali e uno al governo

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Un asse tra i due "Beppe" che potrebbe far infuriare un altro Giuseppe: Conte. Beppe Grillo torna ed è il solito ciclone. In meno di 24 ore catalizza l’attenzione di media e politica, prima per la sua giornata al mare con "l’amico" Beppe Sala, e poche ore dopo per lanciare l’idea di un piano straordinario sul digitale che, di fatto, soppianterebbe quello a cui sta lavorando il governo da settimane per la Rete Unica.

Il punto politico più importante, però, è il feeling con l’attuale sindaco di Milano. I due Beppe si sono ritrovati in Toscana, nella villa del comico a Marina di Bibbona, luogo in passato dei pellegrinaggi pentastellati, e ora buen retiro - anche se solo per un giorno - di uno dei protagonisti del centrosinistra. Le voci di dentro del M5S rivelano, però, che quello dell’altro giorno non sia l’unico incontro privato. Da mesi il rapporto si sarebbe cementato, al punto che dal nord suggeriscono di aver contezza di almeno altri due rendez-vous, ovviamente tenuti top secret: uno a Milano e l’altro a Genova. O meglio, alle porte di Genova.

Da tempo, sebbene sottovoce, tanti ipotizzano che nella testa di Grillo ci sia un progetto molto più ampio di un semplice appoggio per le prossime amministrative nel capoluogo lombardo. Riflessioni corroborate all’epoca da rispettivi endorsement pubblici. A dirla tutta, nemmeno tra i Palazzi della politica romana se la sentirono di smentire quei rumors. «Beppe, il nostro Beppe - specifica una fonte parlamentare di primo piano, vista l’omonimia - ha sempre vissuto di fiammate. Lui si ’innamora' di un personaggio e lo coltiva, lo coccola. Poi, se son rose fioriranno». Un modo elegante per dire che le indiscrezioni circolano velocemente e arrivano a molte orecchie.

Alcuni mesi fa, sicuramente prima dello scoppio del bubbone coronavirus, si era fatta sempre più insistente la voce che il garante stesse pensando a Sala come aggregatore di una federazione che comprendesse il suo Movimento, il Partito democratico e la galassia di partiti ecologisti e riformisti. Di fatto escludendo Giuseppe Conte. Non per sfiducia nei confronti del premier, al quale ha sempre guardato con occhio benevolo, ma perché convinto che il sindaco di Milano avesse quel "quid" giusto per attirare pezzi di società civile disamorati della politica, senza perdere le ali riformiste dei principali partiti della coalizione di governo. Con questo schema - racconta più di una fonte interna - sarebbe stato convinto di affrontare e battere il tridente di centrodestra composto da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

Il Covid, però, ha sparigliato le carte. O almeno così sembrava fino all’altro giorno, quando è uscita fuori la notizia della giornata di relax insieme al mare. Sala e Grillo, ancora insieme. E di colpo le suggestioni del passato riemergono. Proprio come il co-fondatore del Cinquestelle torna a farsi vedere in voce e volto, con un video sul suo blog, in cui spiega anche le ragioni del suo "auto-esilio" dalla scena politica: «Sto in disparte perché si dicono un sacco di cose e non voglio essere immischiato». Ma Beppe c’è e si sente, soprattutto quando ricorda l’obiettivo per cui era nato il Cinquestelle: «Io ho fatto parte di un sogno che si è realizzato, partendo da un’idea di rete, senza sedi, tesori o soldi». Un colpo a quanti sognano, invece, una struttura simile ai partiti tradizionali (e ce ne sono nel M5S). Ma dice anche di più, invoca il coraggio della politica, senza distinzioni tra destra e sinistra, per un grande progetto sul digitale, dividendo i servizi dalle infrastrutture. Con visione da manager, ma anche istituzionale, per stilare «un piano industriale, non finanziario». Lavoro per cui Sala avrebbe tutte le carte in regola. Che coincidenza.

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