scontro totale

Aborto fai da te, Olimpia Tarzia attacca il ministro Speranza

"Nell’attuale situazione problematica e preoccupante dal punto di vista sanitario a causa dell’emergenza Covid, il Ministro della Salute non trova di meglio che occuparsi dello sdoganamento dell’aborto fai da te, sulla pelle dei bambini e delle donne e attraverso una direttiva annuncia nuove linee guida per l’uso della RU 486 in day hospital senza obbligo di ricovero" Lo afferma in una nota Olimpia Tarzia,  Presidente Movimento PER Politica Etica Responsabilità.

 

  

 

 

"Un aborto a domicilio, insomma, in barba alla stessa, ingiusta, legge 194 e fino a 9 settimane dal concepimento, senza alcun controllo medico. Una decisione che, oltre che, naturalmente, sopprimere una piccola vita umana, lascerà le donne ancora più sole di fronte ad una gravidanza inattesa o indesiderata, esponendole oltretutto a gravi rischi per la loro salute fisica e psichica. La motivazione addotta? “L’interruzione della gravidanza sarà così indolore, semplice, sicura” !!!!! Indolore? L’espulsione avviene a seguito di dolorosissime contrazioni indotte dalla sostanza. Semplice? La donna abortisce da sola nel bagno di casa e ha sotto gli occhi la conseguenza del suo gesto: un feto a 7- 9 settimane è già formato, con gambe, braccia, occhi, bocca….Sicura? L’aborto chirurgico è 10 volte meno pericoloso e l’insorgenza di gravi emorragie a seguito del suo uso non è affatto infrequente. Perché allora questo accanimento contro la vita e contro le donne? Un ticket da pagare al furore ideologico delle veterofemministe? O “solo” ignoranza dell’evidenza scientifica? In un caso o nell’altro è inaccettabile. Nel 2017 alla Regione Lazio con un’interrogazione urgente a risposta immediata chiamai Zingaretti in Aula a rispondere della sua decisione di istituire un tavolo per avviare la distribuzione dell’RU486 nei consultori: dovette fare marcia indietro. Premeremo sui presidenti di Regione, sui parlamentari, sul governo affinché non si dia seguito a questa scellerata scelta. E non perché siamo cattolici, ma perché rispettiamo la vita, la scienza, le donne".