corre ai ripari
Migranti, governo a rischio scivolone: la stretta di Conte sugli sbarchi
Spaventato dai pronostici che vedono il Governo a rischio scivolone sulla questione migranti, Giuseppe Conte opta per la linea dura e dice stop agli ingressi irregolari, promettendo più rimpatri. Il premier insegue Matteo Salvini, almeno sul piano del linguaggio, e soprattutto si adegua alla direzione dettata da Luigi Di Maio, dopo che nelle ultime ore si sono susseguite le notizie degli sbarchi sulle coste italiane, provenienti in particolare dalla Tunisia. Il ministro degli Esteri tiene il punto e, in un colloquio telefonico con l’Alto Rappresentante UE per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell Fontelles, torna a chiedere "un impegno sia sul fronte della redistribuzione che dei rimpatri".
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Anche il viceministro dell'Interno Matteo Mauri (Pd) in un'intervista a Repubblica ammette che c'è già l'accordo con il paese tunisino per far crescere ancora il numero dei rimpatri. Insomma, pur non retrocedendo sulla modifica ai decreti Salvini, i giallorossi sterzano a destra o, come preferiscono dire alcuni parlamentari, optano per l'impostazione "del rigore". Dopo l'ok al finanziamento alla cosiddetta guardia costiera libica e in attesa dell'intervento sui decreti Sicurezza che, ormai è certo, slitterà all'autunno.
Un argomento, quello dell'immigrazione, su cui l'elettorato italiano è sensibile da sempre, ma che diventa scottante in epoca di contagi da Coronavirus. Un tema fin troppo facile da cavalcare per l'opposizione, specialmente in vista delle Regionali e dei possibili rimpasti di Governo o di nuove maggioranze. Per questo, intervenendo non a caso al Sud nel suo foggiano, Conte non usa mezzi termini. "Dobbiamo essere duri e inflessibili. Dobbiamo intensificare i rimpatri - sottolinea -, non si entra in Italia in questo modo soprattutto in questo momento di fase acuta non possiamo permettere che la comunità internazionale sia esposta a ulteriori pericoli. Dobbiamo contrastare i traffici e gli incrementi degli utili da parte dei gruppi criminali".
Nella notte tra domenica e lunedì circa 200 migranti sono arrivati a Lampedusa con otto barchini diversi mentre gruppi di profughi sono riusciti a scappare dalle strutture di Porto Empedocle e da Campomarino vicino a Termoli. Mentre il sindaco di Messina Cateno De Luca minaccia di occupare l'hotspot della città dopo la fuga di altri cinque migranti che si aggiungono a quelli di Caltanissetta, scappati nelle scorse settimane. Per quanto riguarda i rapporti con i Paesi affaccciati sul Mediterraneo, Conte precisa che "la strada è quella della collaborazione con le autorità tunisine". Il premier annuncia di aver scritto al presidente della Tunisia una lettera e di aver già tenuto una riunione con tutti i ministri competenti: Di Maio, Lamorgese, Guerini, De Micheli.
Con le sue dichiarazioni Conte si è attirato le critiche di +Europa che gli ha dato dell'irresponsabile, ma anche del centrodestra. "Gli immigrati e i profughi che arrivano via mare sono gli unici a cui viene fatto il tampone e a cui viene imposta la quarantena, a differenza di tutti gli altri viaggiatori che entrano ogni giorno in Italia, per turismo o per lavoro", sottolinea Giordano Masini di +Europa. Per Mariastella Gelmini a parlare è un omonimo di quel presidente del Consiglio che si è pronunciato nei mesi scorsi apertamente contro i decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, mentre la capogruppo dei senatori azzurri Anna Maria Bernini mette in evidenza come il premier di fatto smentisca i ministri del Pd, secondo i quali non ci sono né emergenza né rischi sanitari provocati dagli sbarchi. Sul fronte Dem non ci sono reazioni, almeno pubbliche. Carlo Calenda tuttavia invita i politici a non trasformare il tema in un derby fra destra e sinistra, altrimenti "finirà come sempre tutto a schifo".
Replica al presidente Conte lo stesso Salvini che accusa il Governo giallorosso di aver moltiplicato gli sbarchi e si dice "senza parole" di fronte alle affermazioni di un "governo clandestino" che tratta "gli italiani come scemi". Sul senatore pesa la vicenda Gregoretti dopo le accuse reciproche fra il leader della Lega e Chigi in merito al processo contro Salvini che si aprirà il 3 ottobre a Catania. "Solo oggi, lunedì 3 agosto 2020 - spiegano fonti del Carroccio - Palazzo Chigi ha provveduto a inoltrare una risposta dopo la richiesta della difesa del senatore Matteo Salvini, formulata ufficialmente il 25 maggio 2020 a proposito del caso Gregoretti. Gli uffici del presidente del Consiglio avevano spedito il materiale a un indirizzo mail errato - perché non riferibile allo studio dell'avvocato Giulia Bongiorno - e quindi niente è stato ricevuto prima di oggi e in particolare nessun documento era arrivato il 3 luglio scorso, come immaginato da indiscrezioni di stampa a proposito della nota a firma del segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa".