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Stato d'emergenza: Senato approva proroga fino al 15 ottobre. Ma per il governo la strada resta in salita

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L’aula del Senato con 157 «sì», 125 «no» e tre astenuti ha approvato la proroga dello stato di emergenza per il Covid-19 fino al 15 ottobre. Quello di oggi a Palazzo Madama è stato un primo banco di prova per il governo in vista del voto di domani, quando il governo dovrà chiedere al Parlamento il terzo scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro. I precedenti due hanno incassato il voto favorevole anche delle opposizioni. Un sostegno non più così scontato vista la posta in gioco e le richieste, soprattutto, di Lega e Fratelli d’Italia.

Per l’esecutivo giallorosso queste settimane prima della pausa estiva sono un cul de sac decisivo. Restano da approvare ancora molti provvedimenti che metteranno alla prova la maggioranza. Dal dl Semplificazione alla riforma della legge elettorale su cui il Pd - e il suo segretario Nicola Zingaretti - vogliono accelerare. Ma anche le presidenze delle commissioni, su cui oggi si è registrata una nuova fumata nera in un vertice di maggioranza. Per mercoledì la maggioranza dovrà trovare la quadra, con Italia Viva che chiede un segnale con l’assegnazione di una o più presidenze chiave. Il voto di oggi, quindi, è stato una sorta di «allenamento».

Oggi nelle commissioni riunite Bilancio e Finanze, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ribadito la necessità di far convergere, sullo scostamento, il voto più ampio possibile mettendo sul piatto misure a favore del mondo produttivo e delle famiglie. Sulle commissioni monocamerali sul Recovery Fund pare che un accordo sia vicino, grazie al «sacrificio» delle forze di maggioranza che cederanno a Forza Italia - e al deputato Renato Brunetta - una delle presidenze. D’altronde l’obiettivo di Conte è quello di mantenere alto il dibattito politico parlamentare su un dossier vitale per la governabilità del paese. E anche utile a sconfiggere il malcontento che potrebbe esplodere in autunno. Certo la scadenza per le regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari si inserisce nel momento più delicato della road map che porterà il paese fino ad ottobre. 

 

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