LA SCOSSA

Salvini, telefonata di fuoco a Mattarella: "Siamo seriamente preoccupati per l'Italia"

«La linea comune è che domani ci sarà una linea comune». Viene descritta così la situazione all’interno del centrodestra alla vigilia del voto delle Camere sul nuovo scostamento di bilancio, che il Governo chiederà mercoledì. Nelle due precedenti occasioni Lega, FdI e FI hanno detto sì all’allentamento dei vincoli sui conti: adesso però, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi attendono risposte.

«Faremo le nostre proposte, poi ascolteremo le parole di Conte e decideremo», è il refrain. Se verranno accolte, almeno in parte, le opposizioni potrebbero anche votare sì. Diversamente sul tavolo resta il voto contrario o l’astensione. L’importante - è la linea - è restare uniti (come fatto oggi con il no alla proroga dello stato di emergenza), anche per marcare la differenza rispetto a una maggioranza «che non sa più dove sbattere la testa».

  

«Da inizio emergenza abbiamo fatto 200 proposte e ci hanno accolto solo quella su Brescia zona rossa, che se l’erano dimenticata - spiega una fonte - non possiamo andare avanti così». Tra gli alleati i sospetti ricadono in maggior misura su FI, favorevole al Mes e in più di un’occasione protagonista di interlocuzioni più responsabili e pacate con il Governo. È Silvio Berlusconi, però, a chiarire: «I nostri gruppi parlamentari sono stati invitati a votare un nuovo scostamento di bilancio: sbagliano a dare per scontato il nostro sostegno», tuona il Cavaliere, ricordando le proposte avanzate e premendo sulla proroga delle scadenze fiscali e sulla reintroduzione temporanea dei voucher.

Salvini, intanto, va avanti nel suo attacco al premier e si rivolge a Sergio Mattarella per lamentare «l’ennesimo mancato coinvolgimento dell’opposizione» sul decreto economico in votazione domani. Il leader del Carroccio non è nuovo a telefonate del genere al presidente della Repubblica. Ha in più di un’occasione chiesto il rispetto della voce della minoranza e chiesto chiarimenti quando si è sentito attaccato dai magistrati sui migranti. Adesso la lista delle "cose che non vanno" è lunga. In un colloquio definito «cordiale» il leader del Carroccio esprime «grande sconcerto e preoccupazione» per la volontà del governo di prolungare lo stato di emergenza «in assenza di giustificazioni sanitarie e giuridiche a supporto della scelta», per l’aumento «esponenziale degli sbarchi di queste settimane, con problemi sanitari e sociali gravissimi soprattutto nel nostro Sud», per «l’assoluto caos» sulla scuola a proposito di riapertura, assunzioni, «futuro degli otto milioni di studenti italiani e dei 200mila insegnanti precari».