Foibe, Gasparri: "Conte incontri esuli giuliano dalmati. Via onorificenza a Pahor"
“Il premier Giuseppe Conte incontri gli esuli giuliano dalmati, perché finora non ha dato ascolto alle loro richieste di vedere riconosciuti i diritti per cui si battono da lunghissimo tempo”. Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, promotore in Senato di una conferenza stampa dal titolo ‘Riflessione e richieste conseguenti la visita storica alla foiba di Basovizza’. Un incontro voluto da Gasparri dopo l’ultima visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Slovenia, per portare al governo le istanze degli esuli giuliano dalmati. Testimone di una storia che va avanti da 75 anni, Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli), che ha ringraziato il Capo dello Stato Mattarella “per l’interesse e la sensibilità dimostrata sulla questione”.
“Durante il precedente governo – sottolinea Ballarin – abbiamo avuto alcuni incontri con l’allora ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, che è stato molto disponibile, ma poi il governo è cambiato e ogni volta dobbiamo ricominciare da capo“. Tra gli atti concreti per il mondo dell’esodo giuliano-dalmata, si chiedono in particolare l’immediata restituzione di 179 beni lasciati in libera disponibilità degli esuli italiani, già proprietari, come previsto da accordi del 1983; lapidi multilingue in territorio sloveno nei luoghi del martirio di italiani; indennizzi agli italiani esiliati e creazione, con adeguati mezzi, di una Fondazione degli esuli italiani, dando seguito a decisioni contenute in trattati”.
“Vogliamo che esista un senso di equità – ha detto Ballarin, nato in un insediamento profughi – perché non c’è stato un indennizzo adeguato per diritti e radici negati“. Infine, Gasparri tiene a sottolineare un’altra questione. Quella dell’onorificenza, che bolla come una “vergogna”, data a Trieste lo scorso 13 luglio allo scrittore Boris Pahor, di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana. “Gli va tolta, senza tentennamenti – conclude il senatore di Forza Italia – perché ha avuto il coraggio di dire che le FOIBE sono una balla. Nelle FOIBE sono stati ammazzati migliaia di italiani, che vanno ricordati e onorati anche da Boris Pahor. Lo scrittore non può prendersi una onorificenza facendo il negazionista. Ha 107 anni ma l’età avanzata non gli consente di dire fesserie“.