Il bonus vacanze? È per i migranti. Quanto ci costano le navi-quarantena
Quasi quasi costerebbe meno il blocco navale. Ma l’Italia è generosa e il business migranti sempre attivo. E così, nella triangolazione tra protezione civile, ministero dei trasporti e degli interni – con annesse prescrizioni di quello della salute – altro che 35 euro al giorno...
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Reggiamoci forte perché per due navi destinate ad ospitare clandestini per un massimo di 460 cabine cadauna, stiamo per sborsare, per soli tre mesi di permanenza a bordo, quasi una decina di milioni di euro. E se a fine contratto arriva qualche altro che sbarca, la proroga del contratto costa ovviamente di più.
Stavolta ogni “ospite”, per navi attrezzate per l’assistenza e la sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare o sbarcati in Italia, costerà 35 euro al giorno di solo vitto. Altre trentaseimila euro al giorno saranno date ai titoli dei Grand hotel quarantena ormeggiati al largo delle coste. Un costo variabile che può aggirarsi sopra ulteriori cento euro al giorno per migrante a capienza piena dell’imbarcazione. Un enorme bonus vacanze che ci toccherà pagare prendendoli dalle tasche degli italiani perché non siamo capaci di bloccare l’immigrazione clandestina.
Tanto per fare un esempio, persino le cucine dovranno essere attivate “in modo selettivo per personale e ospiti”. A ciascuno il suo, perché bisognerà avere cura pure delle credenze religiose.
Tutto questo e molto altro è previsto nel bando appena uscito in straordinaria coincidenza con la caccia al bagnante e al rispetto delle misure di distanziamento sociale sulle spiagge ad opera di militari impegnati in modo assolutamente controproducente.
Il che, ovviamente, fa arrabbiare non poco chi assiste a scene da delirio. Al governo cominciano forse a capire che non è proprio il caso di lasciarsi andare a facili entusiasmi, ad esempio quelli degli onorevoli sfigati che ancora immaginano incredibilmente di abrogare i decreti sicurezza o si permettono di fantasticare di ius soli e roba del genere.
La ministra dell’interno Luciana Lamorgese comincia anche lei a orientarsi sulla recente linea Minniti, che collega virus e immigrazione clandestina come pericolo per la salute di tutti. Ieri la titolare del Viminale ha tentato di rassicurare il governatore siciliano Nello Musumeci sugli aiuti del ministero per inviare navi-quarantena nell’isola da destinare ai migranti. Per Musumeci “la questione migranti in Sicilia è diventata anche di ordine pubblico e di salute, non può più essere sottovalutata”.
Forse se ne rende conto anche il ministero degli esteri, Luigi Di Majo, con una riflessione sulle fughe dei migranti da Caltanissetta e Porto Empedocle (non tutti ancora rintracciati) che ha voluto esplicitare sui social. Il tema, dice, “è la sicurezza di tutti noi” che siamo stati rinchiusi in casa: ed è “inconcepibile che oggi qualcuno, incurante delle regole tutt’ora in vigore, pensi di andarsene in giro senza rispettare l’obbligo della quarantena”.
E proprio dal web, il capo della Farnesina ha dovuto fare duramente i conti con i suoi seguaci, che lo hanno bombardato di rimproveri assai aspri. “Incapaci” il giudizio più gentile, “chiudete i porti” l’esortazione più gettonata, “non farli entrare sarebbe cosa buona e giusta”, l’invito più pressante.
Con l’accusa più dura: “Siete solo servi di chi vi sta pilotando da quando vi siete alleati con il peggiore Pd della storia”.
Le incertezze di governo rischiano di rendere ancora più complicata la gestione del capitolo immigrazione. E c’è davvero da capire se esista una strategia di contrasto rispetto ai clandestini che sbarcano in Italia. Il centrodestra attacca con il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida che ficca le dita negli occhi della ministra dell’interno: “E’ in grado o no di fronteggiare la drammatica situazione che l’Italia sta di nuovo vivendo a causa del mancato controllo delle nostre frontiere?”.
A quanto pare, ci si preoccupa solo di garantire adeguati affari a chi si aggiudicherà il business delle navi dove ospitare i migranti. Ma non c’è traccia di soluzioni vere. Le coste italiane continuano ad essere affollate e non di turisti.