altro che stato di emergenza
Stato di emergenza, Vittorio Sgarbi dichiara guerra a Conte: osservatorio contro il premier
Vittorio Sgarbi, critico d’arte e deputato, non ci sta a digerire la proroga dei pieni poteri di Giuseppe Conte senza far nulla per cercare di impedirlo e così assieme al senatore della Lega Armando Siri, ha preso carta e penna e scritto alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Gentile presidente - si legge nella lettera di Sgarbi e Siri - a fronte della complessità della situazione per la vita quotidiana dei cittadini e per i loro diritti costituzionali, è intendimento di alcuni senatori e parlamentari ascoltare voci autorevoli, tra scienza, pensiero e politica, in una giornata di audizioni al Senato, tra il 28 e il 29 di luglio, al fine di stabilire un osservatorio sulla situazione del virus in Italia e sulla tutela delle libertà fondamentali. Per questo obiettivo avremmo ritenuto utile invitare Massimo Clementi, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Giorgio Agamben, Sabino Cassese, Bernard-Henri Lévy, Andrea Bocelli, Sergio Castellitto, Tahar Ben Jalloun, Alain Elkann, Giulio Tarro, Maria Rita Gismondo, alla presenza di parlamentari e giornalisti, nei limiti consentiti. La situazione è difficile. Alla ripresa sarebbe troppo tardi. Grazie”.
In queste ore Sgarbi e Siri si stanno adoperando affinché l’evento si possa realizzare. Intercettato da “Il Tempo” Vittorio Sgarbi sottolinea che “in un momento cosi difficile per l’Italia e per le libertà degli italiani sarebbe davvero importante ascoltare queste voci libere, della scienza, della cultura, della filosofia, per non essere travolti dal pensiero unico della paura”.
Tra i nomi messi in elenco nella lettera inviata alla Presidente Casellati figurano anche personalità che hanno sempre evidenziato gli aspetti critici della compressione delle libertà in un periodo tragico come quello che stiamo vivendo, segnato dal coronavirus. Per questo sarebbe un gran segno di vitalità per la nostra democrazia che queste personalità potessero far sentire la loro voce al Senato. Succederà? Oppure ancora una volta il timore avrà il sopravvento sul coraggio? Lo scopriremo presto, nei prossimi giorni. Nell’attesa, per non perdere il gusto all’aria fresca del pensiero, consoliamoci con un ritornello di una vecchia canzone di Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero / Non è neanche il volo di un moscone / La libertà non è uno spazio libero / Libertà è partecipazione…”.