il piano del premier
Decreti sicurezza, il governo cancella Salvini: c'è l'accordo per cambiarli
Nel corso di una giornata assai problematica per la maggioranza per via del caso Ponte di Genova, Conte estrae il jolly che fa gli occhi dolci al Pd, Leu, e all’ala sinistra del Movimento 5 Stelle, avvicinandoli peraltro tra loro, ossia lo smontaggio dei decreti sicurezza. “Il governo –ha affermato il Presidente del Consiglio- sta già lavorando ad una modifica” dei provvedimenti. “Lo abbiamo scritto nel progetto su cui ho chiesto la fiducia al Parlamento. C’è già un’intesa di massima tra le forze politiche e con i capigruppo in Parlamento concorderemo il piano”. Con i singoli presidenti di gruppo, ha spiegato Conte, “programmeremo il momento più opportuno ma siamo pronti a portare” alle Camere “le modifiche ad alcuni profili dei decreti che riteniamo necessarie. La sicurezza non significa perseguire persone deboli ma garantire sicurezza a tutti gli italiani”. Vari elementi tematici si annidano nelle parole.
Innanzitutto il contesto. Conte, infatti, ha affrontato il tema durante una conferenza stampa con il Primo Ministro Spagnolo Pedro Sanchez, uno dei leader che, ai tempi di Salvini ministro dell’Interno e le mancate autorizzazioni allo sbarco per le navi che trasportavano immigrati, si era collocato tra i contradditori più smaccati della linea assunta dal leader della Lega (con l’opinione pubblica benpensante, ovvio, disposta a sorvolare su quel che accade nell’enclave di Ceuta e Melilla). L’altro tema è il vecchio mantra del centrosinistra di allora, l’associazione tra i decreti voluti tra Salvini e una presunta persecuzione verso i più deboli bla bla bla. Ravvedimento evidentemente avvenuto sulla proverbiale via di Damasco, considerando che quando queste normative dipinte dal mondo progressista come l’apoteosi dell’orrore venivano approvate da Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio era un tale Giuseppe Conte e non si trattava di omonimia.
Comunque, fatto sta che ora le parti in commedia vedono una sicuramente maggioritaria volontà interna alla coalizione di governo nello stravolgere i decreti, mentre una parte, forse oggi residuale, dei 5 Stelle, non molto propensa. I testi ci diranno il punto di caduta. Intanto, quel che conta sono senz’altro i messaggi lanciati all’estero, in un momento nel quale il flusso migratorio torna ad aumentare. Il turpe mercato di umani, si sa, si basa anche sui messaggi lanciati. E’ notorio come il crollo della rotta del Mediterraneo centrale, ai tempi del governo Lega-5Stelle, fosse imputabile sia alle posizioni politiche assunte da Salvini, sia agli strumenti di deterrenza (certamente lo sono la modifica della protezione umanitaria, il sequestro delle imbarcazioni e la multa per chi dovesse violare le disposizioni dell’autorità sul transito nelle acque territoriali). Oggi, la volontà politica è stata ben archiviata. Tra un po’ lo stesso varrà per i deterrenti. E ci piomberanno addosso, purtroppo, i risultati del capolavoro.