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Scuola ko, linee guida surreali. Paola Frassinetti (FdI) boccia il ministro: "Azzolina? Si è svegliata tardi"

Pierpaolo La Rosa
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Continuano a far discutere le nuove linee guida sulla riapertura delle scuole, il prossimo 14 settembre, anticipate l’altro ieri in conferenza stampa a palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Una bocciatura senza appello arriva dalla deputata di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Cultura a Montecitorio, Paola Frassinetti.

Onorevole Frassinetti, cosa non va nelle linee guida?
«Non c’è una strategia generale. È una somma di proposte adottate fuori tempo massimo. La conferenza stampa di Conte e Azzolina è stata surreale, una politica dell’annuncio. Sappiamo benissimo che per individuare nuovi spazi c’è bisogno di un contatto continuo con gli enti locali: farlo a luglio, con agosto che è un mese tradizionalmente dove non si riescono a portare a termine molti lavori, suscita dubbi in vista del 14 settembre. Il rischio è che molti studenti possano non avere lo spazio consentito, mantenendo quella distanza di sicurezza che adesso scopriamo essere di un metro tra bocca e bocca invece che tra banco e banco. Le famiglie provate da mesi di didattica a distanza hanno bisogno di una ripresa della scuola a settembre in sicurezza, non di annunci vaghi e talvolta incomprensibili».

Secondo lei, Azzolina si dovrebbe dimettere?
«Il ministro dovrebbe prendere atto che non è in grado di gestire questa emergenza. È un dato di fatto, c’è uno scontento dei sindacati e della stessa maggioranza. Con le sue uscite Azzolina ha procurato un bel po’ di sconcerto: prima quella sulla didattica mista dove sembrava che i ragazzi dovessero turnare, poi quella sui divisori in plexiglas per separare gli studenti, entrambe con successive smentite».

Conte annuncia un ulteriore stanziamento di un miliardo di euro e anticipa che non ci saranno più classi pollaio. Sarà sufficiente?
«I fondi non saranno sicuramente sufficienti perché le classi vengono sdoppiate per mantenere il distanziamento: bisogna avere più docenti e più personale Amministrativo, tecnico e ausiliario per il controllo di ingressi e uscite. In più, si dovranno sanificare gli ambienti. Non si può mantenere lo stesso organico, questo è evidente. Non volere classi pollai presuppone un lavoro di reperimento dello spazio che è faticoso, da concordare con gli enti locali, che andava iniziato prima».

Tra i problemi c’è quello dell’edilizia scolastica…
«Gli interventi sull’edilizia scolastica sono necessari per allestire un nuovo spazio o per rispristinarne altri, ma tempo non ce n’è e tutto ciò comporta un costo notevole. Tutti sanno benissimo che non ci sono gli spazi per mantenere la distanza tra gli studenti. Ho fatto l’assessore a Milano e so cosa vuol dire ristrutturare una scuola. Inoltre, il nostro patrimonio di edilizia scolastica è molto compromesso e vetusto».

Azzolina ha parlato di un software che si occuperà della gestione degli spazi.
«Non so come funzionerà questo meccanismo. Del resto, vengono lanciate delle parole d’ordine dalla Azzolina che poi vengono appunto smentite da lei stessa».

C’è, infine, la questione della scuola-appartamento a Scampia citata in conferenza stampa sempre dal ministro dell’Istruzione e ritrattata in quanto non vera…
«Uscite inopportune che aumentano la tensione in un campo che ha manifestato la propria importanza in questa emergenza sanitaria: se la scuola è chiusa, l’Italia non riparte. Non si può andare avanti a battute, a ritrattare puntualmente quello che si dice, a far accrescere il malcontento in un momento in cui ci vorrebbero certezze».

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